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Lazio Women, Martin: “Teruel il posto del mio cuore. Il calciatore preferito…”

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LAZIO WOMEN ADRIANA MARTIN – La Lazio Women può rilassarsi e godersi le vacanze dopo la meritatissima promozione in Serie A. Un bel campionato disputato dalle ragazze allenate da Carolina Morace. Tra queste c’è anche Adriana Martin. Arrivata con l’obiettivo di rivitalizzare l’attacco biancoceleste, ha fatto molto di più portando la squadra in cima alla classifica. Il magazine ufficiale della società le ha fatto qualche domanda per conoscerla meglio.

Adriana Martin sul magazine ufficiale biancoceleste

“Grazie al calcio ho avuto la possibilità di vivere in città come New York, Londra e Roma, oltre che a Barcellona, Madrid e Malaga. Sono le più belle e conosciute al mondo, però Teruel, dove sono nata, sarà sempre il posto del mio cuore: lì ho vissuto da piccola, ho i migliori ricordi insieme ai miei nonni”. 

Calciatore preferito

“Mio padre è stato il mio primo calciatore preferito, è stato grazie a lui se ho iniziato a giocare a calcio perché ogni domenica, quando giocava, io ero al campo per tifarlo. A livello professionistico invece, ho ammirato giocatori come Zidane e Ronaldinho, capaci di fare qualsiasi cosa con la palla tra i piedi. Nel calcio femminile invece ho coronato il sogno di giocare con Abby Wambach”. 

Musica motivazionale

“Canzone prima di scendere in campo? Dipende dal momento. Comunque mi piace molto la musica latina, con salsa, merengue e bachata…Sono innamorata di Marc Anthony e Juan Luis Guerra. Ma ascolto anche tanti altri tipi di musica, come La Bamba, diventata famosa in Italia anche grazie a Reina: io e le mie compagne la facevamo suonare sempre dopo le partite”.  

La famiglia

“La mia famiglia mi sostiene sempre: i miei genitori e mio fratello Dani. Mi sono sempre stati vicini, anche ora che sono lontani, mi hanno incoraggiato a realizzare i miei sogni. Quando ero in Spagna non si perdevano una mia partita. Hanno sacrificato tutto per farmi inseguire il sogno di diventare una calciatrice. Anche il mio ragazzo mi aiuta sempre ad andare avanti e non mollare mai”. 

Tatuaggi

“Ne ho tanti! Ognuno significa una cosa della mia vita. Tutto il braccio sinistro racconta un po’ la mia vita, la mia famiglia, il calcio e il mio cane. Sul braccio destro invece ho Pinocchio, Son Goku (idolo della mia infanzia), una frase dei miei nonni e anche la loro iniziale. Sulle costole ho anche un’altra frase: ‘Life is beautiful’. Sul petto la Dea Isis con la parola ‘Ama’, mentre infine sul collo ho scritto ‘Resilienza’. Penso però di essermene dimenticato qualcuno (ride, ndr)”. 

Giornata tipo

“Inizio la mattina facendo colazione, dopo esercizi e stretching faccio la doccia. Vado a fare una passeggiata al parco vicino casa, leggo o vado a fare la spesa e poi cucino il pranzo. Dopo riposo, faccio merenda e vado ad allenarmi. Ritorno a casa, ceno e guardo alcune serie Tv o partite”.

Serata ideale

“Sarebbe con la mia famiglia e le mie amiche. Per il resto mi piace mangiare, scherzare, ballare e stare insieme alle persone a me care. Il programma ideale dunque sarebbe una cena a casa, o fuori, con loro, ridendo molto”.

Sui social

“Con il telefono sono un disastro, soprattutto con WhatsApp. Mi piacerebbe dedicare più tempo a Instagram, essere più presente. Preferisco però l’incontro di persona o la videochiamata, anche se capisco che oggi tutto si basa sulle nuove tecnologie e i social”. 

Incontro Speciale

“Mi piacerebbe sicuramente incontrare Will Smith: è una persona che ammiro e che ho sempre voluto incontrare. Mi piace molto anche Dani Rovira, un umorista spagnolo”. 

Scarpini al chiodo

“Cosa fare dopo il ritiro? All’università ho studiato Scienza dello sport e quest’anno ho finito il corso UEFA B. Ora vorrei fare l’UEFA A per allenare in futuro, vedremo. Prima invece mi sarebbe piaciuto diventare insegnante, come mio zio, poi ho creato nel mio paese una scuola calcio per le ragazze giovani. Allenare è una cosa che mi piace molto ma ora penso solo a giocare, divertirmi in campo e continuare a imparare da una grande icona come coach Morace”. 

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