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Sergio: “Muriqi può far bene. Corsa Champions? Juve e Roma sono indietro…”

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LAZIO SERGIO – Ai microfoni della radio ufficiale biancoceleste è intervenuto Raffaele Sergio. L’ex Lazio si è espresso sulla corsa Champions, su Muriqi e Immobile e molto altro.

Le dichiarazioni dell’ex Sergio

“Corsa Champions? Vedo Lazio, Napoli e Atalanta in pole positivo. Juventus e Roma indietro. I bianconeri hanno poca identità e delle difficoltà a trovare il gioco. Anche nella Roma vedo grandi difficoltà”.

Muriqi e Immobile

“Muriqi è un giocatore importante, se trova fiducia può far bene. Gli attaccanti hanno bisogno di trovare il gol. Immobile non ne aveva neanche bisogno, Muriqi sì. Può avere grossi miglioramenti. Quando un attaccante non trova fiducia o il gol, questo può comportante delle problematiche. Inzaghi pian piano sta trovando la soluzione adatta a lui. Difficoltà nei fondamentali? Ci sono sicuramente, ma partiamo sempre dal basso. Ricordo quando crescevamo il muro era una caratteristica importante, i nostri maestri ci mettevano ore e ore a calciare davanti al muro. Adesso questo è sicuramente venuto meno. Sotto quest’aspetto c’è da ridisegnare il discorso dell’organizzazione delle scuole calcio, dell’academy. Si guarda molto al fumo e poco alla sostanza. Mancini sta dando input molto positivi per tutto il settore. Mi auguro che questo possa, a cascara, andare in tutti i settori. Sia giovanili che scuole calcio”.

Una riforma urgente

“Tra Roma e Lazio minimo 10 erano romani, me lo ricordo benissimo. La territorialità si viveva con un entusiasmo straordinario. A Napoli c’erano tanti napoletani, lo stesso a Lecce. Se noi non riportiamo questo tipo di concetto, la vedo dura. Anche perché, se andiamo a vedere le squadre europee, tanti giocatori sono anche del posto. Nella Lazio giocatori romani e laziali ce ne stanno pochi, lo stesso vale per la Roma. Sotto quest’aspetto credo bisogna fare delle valutazioni. Questa è la riforma più chiara. Se non riconquistiamo questo modo di fare, la vedo proprio dura per il calcio. Ognuno si deve sentire identità per la propria squadra, questo è troppo importante. Riporterei i sei italiani in campo, con lo straniero che diventa un valore aggiunto. Noi avevamo stranieri di grande qualità, oggi vengono praticamente equiparati agli italiani”.

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