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41 anni senza il Maestro. Il ricordo del figlio Massimo e della S.S. Lazio (FOTO)

LAZIO MAESTRELLI – Era il 2 dicembre 1976 quando un male incurabile si portò via Tommaso Maestrelli, artefice del leggendario…

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LAZIO MAESTRELLI – Era il 2 dicembre 1976 quando un male incurabile si portò via Tommaso Maestrelli, artefice del leggendario Scudetto 1974, tecnico di una Lazio con lo spogliatoio spaccato in due fazioni, ma fatto di uomini veri. Pulici, Petrelli, Martini, Wilson, Oddi, Nanni, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, Frustalupi, D’Amico non è stata semplicemente una formazione. E’ stato un mantra per un’intera generazione di tifosi biancocelesti.

IL FIGLIO MASSIMO – Sulle colone de ‘Il Termpo’, Massimo Maestrelli regala al pubblico degli aneddoti relativi al papà, il “Maestro”, che avrebbe compiuto 96 anni lo scorso 7 ottobre. “Le prime immagini mi riportano subito alla mia infanzia. Eravamo a Reggio Calabria e lui ci portava sempre al campo, all’epoca non ce ne rendevamo conto, per noi era una cosa assolutamente normale. Lui ci preparava la colazione e ci portava agli allenamenti. Vivevamo sereni, sono anni indimenticabili per me e per la mia famiglia”.

LA LAZIO – “Lui sentiva l’affetto della gente, anche durante la malattia, ha sempre avuto delle qualità percettive particolari. Era molto gratificato, parlava con tutti ed amava il contatto con le persone semplici. Quando vinse lo Scudetto Foggia, invece che festeggiare, rimase ad ascoltare per ore un magazziniere che in quel momento aveva dei problemi economici. Credo che mio padre lo abbia anche aiutato in qualche modo”.

POCA COESIONE NEL GRUPPO – “Andò proprio così. Mi ricordo che all’epoca c’era una forte, ed inspiegabile, contrapposizione all’interno del gruppo. Grandi discussioni durante le partite del giovedì, Chinaglia se non vinceva teneva il muso per una settimana. Un giorno venne ad allenarsi con loro anche Leone, il figlio del Presidente della Repubblica. Era un esterno, amava il dribbling, ma prese talmente tanti calci che non si presentò mai più. Questo per dire che quella era una squadra che non guardava in faccia nessuno”.

IL RAPPORTO CON CHINAGLIA – “Nessun giocatore aveva mai dormito a casa nostra, lui sì. Per noi era come un fratello più grande, tra loro due c’era un feeling unico. La scintilla scoccò durante la finale della Coppa delle Alpi: Giorgio aveva mal di stomaco, non voleva scendere in campo. Mio padre lo convinse a mangiare un limone intero. Chinaglia entrò e fece tre gol. Sembra una fesseria, ma da quel momento sono diventati come padre e figlio. Con noi è sempre stato molto affettuoso”.

TWEET E COMUNICATO DELLA SOCIETA’ – Sul sito ufficiale , oltre che sull’account ‘Twitter’, della società biancoceleste, un breve ma significativo ricordo del tecnico Campione d’Italia 1974: “La S.S. Lazio ricorda, a 41 anni dalla sua scomparsa, Tommaso Maestrelli, artefice del Primo Scudetto biancoceleste. Tommaso è stato e sarà sempre un esempio per tutti, non soltanto come maestro di calcio ma anche di vita”.

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