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CESAR: “PETKOVIC non è CASO: il tecnico ha poche colpe, sono i giocatori che devono dare di più”

L’ex capitano e tecnico degli Allievi Nazionali sottolinea poi: “Aldilà delle tante voci che si susseguono, la cosa certa è che Petkovic non rimarrà alla Lazio”…

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3-11-2013 Premio LAZIALITA' Cesar

NOTIZIE SS LAZIO – Quella di domani contro il LIVORNO potrebbe essere l’ultima gara di PETKOVIC alla guida della LAZIO. Infatti il presidente LOTITO sta valutando sempre più seriamente l’ipotesi di esonero per il tecnico bosniaco, proprio come fece nel suo primo anno alla guida del club capitolino (2004) quando allontanò CASO nella sosta natalizia per affidarsi a PAPADOPULO. Per fare un parallelo con la situazione odierna, lalaziosiamonoi.it ha contattato Aparecido CESAR, capitano di quella LAZIO nonché ex tecnico dei Allievi Nazionali. Ecco le sue parole:

Nella partita di giovedì la Lazio non ha mostrato alcun segno di reazione, la squadra continua a deludere e appare allo sbando. Che idea si è fatto di questo momento?
Non ho potuto seguire con attenzione la partita contro il Trabzonspor. Questa mattina però ho approfondito il discorso con gente molto vicina al mondo Lazio e ho capito che c’è grande apprensione per quello che sta succedendo: è una situazione difficile da spiegare e da capire, vincere contro i turchi avrebbe ridato fiducia al gruppo e riportato un po’ di autostima. Era una partita assolutamente alla portata dei biancocelesti, abbordabile, ma la squadra non riesce a dare segni di ripresa, sembra che si sia adagiata. E’ sicuramente un problema di testa, di convinzione. A prescindere dall’avversario una squadra deve avere una identità e deve cercare di avere delle soluzioni di gioco chiare, cosa che nell’ultimo periodo non ho visto. Basterebbe vincere una partita per invertire questo trend negativo, e soprattutto all’Olimpico ci vorrebbero molta più cattiveria e aggressività, contro qualunque avversario. La Lazio non può permettersi di giocare su ritmi che avvantaggiano i rivali. Vincere la partita di Europa League sarebbe stato vitale per un discorso di rapporti con la stampa, di dinamiche nello spogliatoio, perché non provarci fino all’ultimo secondo disponibile? Era l’occasione giusta per riportare un po’ di ottimismo nell’ambiente, si sarebbe parlato più dei tre punti e meno dei problemi che ci sono, cosa che però di questi tempi non possiamo fare perché la Lazio continua a deludere. I ragazzi devono dare di più per ottenere i tre punti, cosa che però non è successa neanche giovedì”.

Secondo lei è solamente una questione mentale, di scarsa fiducia, o pensa che i giocatori abbiano abbandonato l’allenatore?
E’ una domanda molto delicata, difficile rispondere non vivendo lo spogliatoio. Ma io mi chiedo: quando girava Klose, quando Hernanes e Ledesma stavano bene, quando in difesa giocavano i titolari e non c’erano tutti questi infortuni, quando Radu e Konko riuscivano a giocare con continuità, la squadra non girava? Sarebbe irrealistico affermarlo… Oggi invece la situazione è cambiata perché la squadra riesce ad esprimersi, i difensori non fanno bene e gli errori superano di gran lunga le note positive. E’ un dato di fatto che la formazione non gioca come vorrebbe Petkovic, l’ho visto all’opera e so che lavora bene sul campo, mi piacciono i suoi metodi e gestisce molto bene i rapporti con i suoi giocatori, le parole di ieri del Profeta lo confermano. Quindi, a prescindere dall’allenatore, sono i calciatori che devono dare di più. Sono professionisti e devono sempre dare il massimo, anche perché è più una questione mentale che tecnica, da loro deve partire la risalita. Anche la sfortuna c’entra poco. Se lotti, corri e dai tutto in campo i fattori imponderabili influiscono poco e i risultati arrivano di conseguenza. Purtroppo è la squadra che sta mancando, stiamo pagando il momento no di tanti giocatori importanti“.

Non pensa che cambiare allenatore possa dare una scossa a tutto l’ambiente? Sembra che ci siano tante analogie con la stagione 2004-2005, quando si aspettò l’ultima partita dell’anno per esonerare Caso.
Anche se ci siamo salvati solo all’ultima giornata, devo dire che dopo il cambio di allenatore ci siamo ripresi, inutile negarlo. Però era una gestione societaria diversa e c’erano giocatori diversi. Le circostanze non sono le stesse: Petkovic non è Caso, con tutto il rispetto per quest’ultimo, e la Lazio non aveva solo 9/10 giocatori a pochi giorni dall’inizio del campionato. I punti sono gli stessi ma la situazione attuale è molto più grave. Dopo quello che abbiamo vissuto sul finire della passata stagione si pensava che la squadra sarebbe partita di slancio, a mille all’ora. Questo a prescindere dai nuovi arrivi o delle promesse non mantenute… Qui infatti c’entra poco il fatto che Lotito non abbia acquistato un’altra punta o un altro difensore: le colpe vanno suddivise tra giocatori, allenatore e società, nel calcio è quasi sempre così. Anche in questo caso è difficile trovare un unico responsabile. Come possiamo dare le colpe alla società se gli stessi giocatori che giocavano bene fino a qualche mese fa oggi non lo fanno più? Io ho rispetto per la dirigenza e credo che sia più che altro un problema di gruppo. Sicuramente si poteva fare qualcosa di più sul mercato ma non credo sia questo il punto”.

Ma i tifosi lamentano una mancata presa di posizione da parte della società. Petkovic sembra ormai sfiduciato, perché non sollevarlo dall’incarico?
Sono d’accordo. Se le cose stanno così è assolutamente una mossa da fare, per trovare una continuità di lavoro anche per il futuro. Aldilà delle tante voci che si susseguono, la cosa certa è che Petkovic non rimarrà alla Lazio. Ma allora perché non si cambia, per una questione economica? Perché non viene individuato un sostituto adatto o perché quello individuato non è ancora libero? Spero non siano questi i motivi ma comunque non si può andare avanti così, con tutte queste problematiche una posizione va presa, siamo andati già oltre. La Lazio è una grande società e non può trovarsi in una situazione del genere, ha investito tanti soldi e nelle passate stagioni aveva fatto benissimo. Questa situazione non le compete, è brutto vederla così in basso“.

Ci spiega cosa cambiò nello spogliatoio dopo l’esonero di Caso?
Io con Caso avevo un buon rapporto perché lo vedevo e mi ci confrontavo anche quando allenava la Primavera. Purtroppo quando è diventato il nostro mister non ha saputo gestire una situazione che era molto complicata. Se uno ha giocato ad alti livelli non vuol dire che poi riuscirà automaticamente a fare anche l’allenatore, perché bisogna saper gestire anche i rapporti umani, saper trasmettere una giusta mentalità e in quella situazione delicata non ci è riuscito. Non è partita bene la sua avventura sulla panchina laziale e la fine è stata anche peggiore, con delle situazioni interne un po’ sgradevoli anche se non gravissime. Era più che altro una questione di mentalità, lui non era quello che serviva a quella Lazio, non bastava a una società che voleva crescere. Dopo il suo allontanamento infatti è stata trovata la via: Papadopulo aveva grande esperienza ed ha portato una ventata di ottimismo nel gruppo, poi con Delio Rossi è continuata la scalata. Ha cambiato impostazione di gioco, filosofia di lavoro, sono stati fatti acquisti di livello e sono cambiate anche tante altre situazioni che hanno dato uno stimolo al presidente per continuare a investire e a rafforzare la squadra. Oggi però è difficile fare una scelta del genere, in giro non vedo molti allenatori che possano fare al caso nostro, serve assolutamente un allenatore esperto e che possa rientrare nei piani economici della Lazio… Forse si potrebbe riprovare con Papadopulo (ride, ndr)”.

Domenica ci sarà la sfida contro il Livorno, squadra nella quale ha giocato nel 2007. Che partita si aspetta?
I labronici sono una formazione che ha voglia e che ha una identità di gioco ben precisa. I giocatori sanno che devono soffrire e lottare per non andare in serie B e si sono calati alla perfezione in questa situazione. E’ vero che anche loro hanno attraversato un momento di grande difficoltà, ma contro il Milan ho visto un gruppo in salute e pronto a combattere per la maglia. Credo che la partita di domenica rappresenterà una sorta di ultimatum, non solo per Petkovic”.

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