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Cataldi: “La Lazio è la mia nazionale. Dobbiamo ancora risolvere dei problemi”

NOTIZIE LAZIO – Il centrocampista romano: “Qualcosa non va nello spogliatoio, ma….”

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NOTIZIE LAZIO – Tra un allenamento e l’altro, Cataldi interviene ai microfoni di Lazio Style Radio 89.3. Ecco l’intervista completa del centrocampista romano:

L’incontro con Chiara Insidioso?

“È stata una giornata bella. Mi sono sentito di andare a trovare Chiara, è stato anche difficile per me. Le sue condizioni sono un po’ particolari, le ho sentite parecchio. Mi sono sentito di fare questo gesto e sono contento che lei lo abbia apprezzato. Ha tanta forza come suo padre, vorrei che potesse venire allo stadio al più presto. Spero migliori”.

Cosa state cercando di migliorare?

“La doppia seduta di oggi serve un po’ per limare qualche dettaglio tattico e di gioco. Contro l’Empoli abbiamo vinto ma non abbiamo giocato benissimo. Lavoriamo anche di più a livello fisico”.

É solo questione di tempo o ci sono dei difetti?

“Ci sono dei difetti, non bisogna nasconderlo. Fisicamente non stiamo apposto, è ancora la sesta giornata. Anche le altre squadre sono in fase di rodaggio, non ci sono partite facile. Questo però non è un alibi. Abbiamo fatto bene con la Juve, con il Pescara e nel primo tempo con il Milan a livello di gioco. Contro l’Empoli abbiamo disputato un buon primo tempo, poi ci siamo abbassati. Dobbiamo lavorare, abbiamo visto qualche video. A Udine dovremmo interpretarla diversamente”.

L’idea di calcio di Inzaghi?

“Lui vuole giocare. Il modulo conta poco, l’importante è quanto il compagno si sacrifichi per l’altro. Sono solo numeri, bisogna capire in maniera intelligente cosa bisogna fare in campo. Si lavora di squadra, ma le teste sono singole. Una difesa a quattro può diventare a tre con una scalata del terzino opposto”.

Perchè non riuscite a mettere in pratica ciò che provate in allenamento?

“É una questione sia tecnica che mentale. Se uno prova determinate cose in allenamento e poi in partita non le prova neanche, vuol dire che c’è poca attenzione, serve intelligenza in campo. Al di là dell’errore, bisogno fare i movimenti studiati per fare male all’avversario. L’impronta di gioco si deve dare, alla lunga porta al risultato”.

Sul carattere del mister…

“Il mister è una persona che non bada molto all’immagine. Si fa sentire, non si ritrae da quello che prova o dall’emozione. È molto diretto. Se avessimo avuto un pizzico di attenzione in più, avremmo qualche punticino in più”.

L’Udinese?

“Sarà difficile. Difendono bene e hanno due attaccanti che ci daranno fastidio. Dobbiamo imporre il nostro gioco ed avere la fame di fare gol”.

All’Udinese hai segnato il tuo primo gol. Sei più maturo?

Si. L’anno scorso ho vissuto momenti brutti. Più cresci e più riesci a gestire delle situazioni. Spero di fare meglio”.

Ti responsabilizza il ruolo di vice Biglia?

“Bhe si. Sarò ripetitivo, ma avere un sostituto di Biglia non significa giocare come lui. È impossibile sostituirlo nel panorama calcistico, sappiamo quanto sia importante. Cerco di fare del mio meglio, prima per la squadra e dopo per me. È un ruolo particolare, non puoi imparare tutto in una partita. Se sarò chiamato in causa cercherò di fare il meglio”:

Giocare a 5 è più semplice che in un centrocampo a 3?

“Non ci sono molte differenze. È più utile per un regista avere un difensore centrale in più dietro”.

Papà che dice?

“Secondo lui posso fare tutto (ride, ndr)”.

Sui calci piazzati…

“Quando non c’è Lucas mi occupo degli angoli. Speriamo di riuscire a battere qualche punizione dal limite”.

La parte del carattere più importante che serve per essere un leader nella Lazio?

“Ho sempre pensato che l’umiltà ed il rispetto siano importanti, al di là dell’età. L’anno scorso avevamo gente grande con forte personalità, senza che la imponessero in modo brusco. C’era tanto rispetto. Un leader trasporta la squadra, non attacca al muro i compagni. Io? In parte ce l’ho. Ovviamente venire su da un settore giovanile è difficile. Ti vedono tutti come un bambino che entra nello spogliatoio dei grandi. Ora sta a me far capire di non esserlo. Non ci deve essere una persona o due soltanto che comandino, bisogna andare tutti insieme”.

Immobile?

“È un uomo spogliatoio. L’ho conosciuto in nazionale, non mi aspettavo questo suo inserimento così veloce. È uno che si sacrifica e che tira la carretta. Sono molto contento. È forte alla play? Non ci gioco mai, non lo so”.

Cataldi oggi, Murgia domani...

“Si perchè no. La Lazio ha un settore giovanile ed un futuro importante. Bisogna vedere quanto si potrebbe puntare su una determinata idea di futuro. Deve deciderlo la società, ma alla fine è il campo che parla”.

Il giocatore più forte che hai mai affrontato?

“Ce ne sono tanti. Quello che mi ha impressionato di più per qualità e pensieri è stato Pirlo”.

Pirlo faceva il trequartista…

“Sembra che non tocca mai la palla. In realtà ce l’ha sempre lui. Gioca massimo due tocchi, mi ha fatto un’impressione incredibile”.

Sul fantacalcio?

Non mi prendete (ride, ndr). Tre consigli? Higuain, ma lo sanno tutti. Punto sul gallo Belotti, non contro di noi ovviamente. E poi pure su Ciruzzo (ride, ndr)”.

Sul campionato…

“Non c’è una che domina. Juventus e Napoli hanno un organico superiore e sicuramente sono quelle che alla fine arriveranno. Non vedo poi una terza o una quarta sicura, ce la giocheremo con tutti”.

Hai nel dna il numero 10?

“Con Pioli ho giocato anche sulla trequarti, è divertente. Ormai però i trequartisti sono in estinzione, non ci sono più. In fase difensiva in quel ruolo si lavora molto, ecco perchè vengono impiegate molte volte degli intermedi. Uno dei pochi rimasti è Saponara”.

Una differenza rispetto l’anno scorso?

“Dopo un anno come quello passato, quando rinizi una stagione si riazzera tutto. Capisci gli errori e cerchi di non ripeterli. Nessuno ha voglia di fare una stagione anonima, faremo di tutto per fare bene”.

L’Europa?

“Io penso che questa squadra possa fare molto bene. Abbiamo le qualità e gli uomini adatti per fare una bella stagione. Dobbiamo cambiare ancora qualcosina però, dobbiamo andare oltre alcune cose che ci sono. Serve voltare pagina su alcune situazioni. Quando andremo tutti verso la stessa direzione allora faremo bene. Non so dove possiamo arrivare, le partite molte volte vengono decise dagli episodi. Limando alcuni dettagli, diremo sicuramente la nostra”.

Un avversario o uno stadio in Champions? Sogni una partita ideale?

“Anfield contro il Liverpool. Non sarebbe male un Liverpool-Lazio”.

La nazionale?

“Ho incontrato il mister, ci ha fatto vedere la sua idea di gioco. Ci penso, ma penso prima alla Lazio che è la mia nazionale. Vorrei portare la Lazio dove merita. Con le prestazioni e la squadra che va bene la nazionale arriverà”.

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