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Corradi e Calori: “Bastos impressionante, Felipe Anderson di sacrificio”
NOTIZIE LAZIO – Entrambi hanno commentato la partita contro la Juventus…
SENTI CHI PARLA – Ogni giorno, in questo spazio, potete leggere i commenti sul mondo Lazio di speaker, opinionisti ed ex laziali raccolti dalla nostra redazione.
Bernardo Corradi, Radio Olympia (ore 11.00) – L’ex attaccante biancoceleste Bernardo Corradi torna a parlare di Lazio. Ai microfoni di Radio Incontro Olympia ha commentato: “La mia idea della creatura attuale è che ricalchi le ultime sette della passata stagione in cui Simone fece bene nonostante le sconfitte. Si è presentato in maniera importante. A Bergamo non era facile vincere e contro la Juventus ha preparato la gara nel modo giusto. Non era cosa elementare creare occasioni contro i bianconeri”.
I nuovi arrivi del mercato: “Mi ha impressionato Bastos. Ha mostrato una brillantezza atletica positiva, forse derivante dal fatto che è un po’ più avanti come preparazione. Non si è tirato indietro neanche nell’uno contro uno con Higuain”.
Differenze con la Lazio dello scorso anno: “Dal punto di vista numerico manca qualcosa. Luis Alberto non lo conosco, mi farò un’idea vedendo le partite. Bisogna credere in Simone Inzaghi, anche se tornato in maniera rocambolesca. Sono felicissimo per lui”. Il recupero di De Vrij: “Quella che è stata la differenza fra le due Lazio di Pioli è proprio la presenza di questo fortissimo difensore. Vicino a lui si gioca bene”.
Un attacco da puntellare: “L’acquisto di Balotelli dipende da che tipo di operazione vuoi fare. È una scommessa, ma io non lo prenderei mai nel mio gruppo. A mio avviso Djordjevic è un attaccante che ha nelle corde la possibilità di giocare in questa Lazio ma si deve aiutare nel recuperare la forma di quando fu acquistato. Gli attaccanti buoni sono merce rara e te li fanno pagare. Non so la Lazio quanto vuole investire in questi ultimi giorni di mercato”.
L’addio di Candreva: “Si sapeva che sarebbe andato via. Doveva essere l’anno questo, con la partenza di Antonio, dell’esplosione di Keita. Spero sia una frattura sanabile soprattutto se non riesci a venderlo. Il tempo aiuta a curare le ferite, anche quelle con lo spogliatoio. Dovesse rimanere alla Lazio potrebbe con qualche prestazione importante recuperare fiducia. Grande lavoro dovrà farlo Angelo Peruzzi. È una situazione che rende tristi perché non fa bene a nessuno”.
La Serie A: “La lotta dipende da quanto la Juventus andrà avanti in Champions League. Hanno fatto una campagna acquista eccezionale alla quale aggiungeranno anche Cuadrado e un centrocampista. Dietro c’è l’Inter che ha una buona rosa ma ha un allenatore che deve ancora capire la propria squadra e il campionato italiano. La scelta De Boer mi ha onestamente sorpreso. La Roma deve assorbire la tremenda batosta del Porto. Il Milan ha iniziato a far vedere delle linee di gioco diverse con Montella ma i giocatori sono sempre quelli. Il Napoli invece deve adattarsi al post-Higuain. Milik comunque si è presentato bene e Sarri è davvero bravo”.
Alessandro Calori a Elleradio (ore 12) – Alessandro Calori è intervenuto sugli 88.100 per commentare, nella trasmissione “Laziali On Air”, il post Lazio-Juventus e il momento attuale della squadra biancoceleste.
“Ho visto una partita equilibrata. D’altronde della Juventus si dice che possa fare un campionato a parte, lo si vede anche dai cambi e dalle risorse a disposizione in panchina. Nonostante questo alla fine non ho visto tutta queste differenza. Della Lazio mi sono piaciuti anche i singoli, in particolare questo difensore che non conoscevo, Bastos. Si dice che una rondine non fa primavera, ma l’impressione che mi ha fatto è stata davvero notevole, andargli via è estremamente difficile e mi è sembrato un ottimo elemento. Anche De Vrij è fondamentale. Bisognerà valutare il suo recupero a lungo termine, ma mi sembra che la difesa a tre possa essere una risorsa importante per la Lazio”.
Sulla Juventus
“La Juventus sembra sempre più padrona in Italia, ma quest’anno sembra avere le carte in regola per fare grandi cose anche in Champions League: “Sicuramente ad una difesa tra le più rodate e forti in Europa la Juventus ha aggiunto un giocatore di primissimo livello come Benatia. Mi incuriosisce molto l’apporto che potrà fornire Dani Alves, un giocatore eclettico che può svolgere diversi compiti in campo, abituato a vincere ma anche dotato di quel pizzico di genio e sregolatezza proprio di molti campioni. Higuain sta venendo inserito gradualmente, ma al di là del valore dei singoli a fare impressione è la mentalità della squadra, il saper lavorare sulla capacità di vincere ogni partita ed affrontarla al massimo”.
Sul mercato
“L’impressione è che manchi ancora qualcosa in avanti. Immobile è un combattente, ma forse rischia di restare isolato. Se Inzaghi continuerà a giocare con il 4-3-3 verrebbero a mancare i giusti ricambi. La mancanza di un interprete come Candreva si fa sentire e trovare un sostituto all’altezza è complicato. Anche da Felipe Anderson ci si aspetta molto di più, deve dimostrare una volta per tutte di essere un giocatore importante”.
Sulla prestazione di Felipe Anderson contro la Juventus
“Ha fatto una partita di sacrificio, ma certo non di grande qualità. Anderson è un giocatore che può essere micidiale nell’uno contro uno anche contro squadre importanti come la Juventus. Ha dimostrato qualità che ti fanno sperare sempre in qualcosa di più messo sul campo da un giocatore come lui. Contro i bianconeri il brasiliano ha lavorato molto per la squadra”.
Un caso come quello di Keita come può essere risolto?
“Ogni giocatore ha una chiave d’accesso per farlo rendere al massimo. Bisogna conoscere l’uomo prima ancora del calciatore e comprenderne la psicologia. Keita è un cavallo di razza e fa le bizze. Magari ha bisogno di essere capito, un compito non solo dell’allenatore, ma di tutti quelli che gli stanno vicino. Bisogna parlargli francamente e capire in che direzione vorrà andare, se rimanere alla Lazio o se cambiare strada una volta per tutte. Se la Lazio trovasse questa chiave per dialogare con lui, potrebbe recuperare un talento straordinario. Alcuni sbagli devono essere corretti ma anche concessi, drammatizzare ogni situazione diventa poi controproducente”.
Quali squadre hanno impressionato di più in questo avvio di serie A? “
Mi ha colpito molto il Sassuolo, mi sembra stia acquisendo quella consapevolezza di squadra che forse in passato non aveva. Lo ha fatto vedere in campo internazionale in Europa League, anche se forse la preparazione è stata mirata proprio per partire bene in campo continentale. Mi sembra un club che ha voglia di crescere, sta riuscendo ad ottenere il meglio anche da un talento come Berardi che ha delle similitudini con Keita”.
Sulle milanesi
“C’è un cambio di proprietà in entrambi i club ed anche due allenatori nuovi, con l’Inter che ha addirittura cambiato la guida tecnica a ridosso dell’inizio del campionato. Avevo seguito De Boer al lavoro con l’Ajax e lì non c’è assolutamente la cultura della contestazione dopo un risultato negativo. Per quanto si possano conoscere le pressioni italiane, ho visto l’allenatore olandese sbalordito dalle critiche, nonostante i primi due risultati negativi. I nuovi acquisti andranno inseriti gradualmente, ci vorrà tempo per ottenere il meglio. Al Milan manca forse un pizzico di qualità per completare una rosa che ormai da tre anni non riesce ad eccellere”.
La Roma può avere avuto ripercussioni pesanti dall’eliminazione in Champions League?
“A livello psicologico perdere il play off di Champions League è stato un colpo forte. E’ necessario ripartire e in questo sarà fondamentale il ruolo di Spalletti, un allenatore che ha esperienza e personalità e conosce bene l’ambiente giallorosso. Lui stesso però ha caricato il match in una maniera che si è rivelata controproducente. A Roma tutto quello che succede viene amplificato, tutto va gestito con attenzione”.
Calori ha partecipato il 23 maggio alla serata “Di Padre in Figlio” davanti a 50.000 laziali
“Tutti gli addetti, le società, la questura e chiunque abbia compiti di responsabilità, dovrebbe mettersi a tavolino e pensare di salvaguardare il patrimonio dei tifosi. Il calcio non è di una persona, ma di tutti e il patrimonio emozionale che rappresenta non va assolutamente disperso. Bisognerebbe però fare i fatti e discutere davvero. Ognuno invece porta avanti la propria idea e non c’è mai la voglia di fermarsi e capire cosa rappresenta il calcio per la collettività”.
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