Gabriele Paparelli: “Ho visto la scritta su mio padre, stiamo cercando di rimuoverla”

GABRIELE PAPARELLI SCRITTA INTERVISTA – Viene nuovamente infangato il nome e la memoria di Vincenzo Paparelli, tifoso assassinato all’olimpico il 28 ottobre del 1979. Tremenda e vergognosa la scritta apparsa su un muro di Roma, probabilmente imbrattato da sostenitori giallorossi, che recita: “31/5, se tirava Tzigano era centro assicurato”. Il riferimento è alla finale di Europa League persa dalla Roma contro il Siviglia a Budapest il 31 maggio scorso e al nome di chi ha lanciato il razzo in quel derby del 1979. Come rivelato dal figlio Gabriele in un’intervista, però, questo atto scellerato sarebbe solamente l’ultimo di una serie di terribili attacchi che lui stesso avrebbe ricevuto sui social.

LEGGI ANCHE —> SOCIAL | Empoli – Lazio: la società condivide “Season Finale”

Gabriele Paparelli: “Da due giorni mi sta arrivando di tutto sui social”

Il figlio di Vincenzo Paparelli, Gabriele, ha raccontato a Notizie.com le assurde vicende che gli stanno capitando nelle ultime ore e sulla scritta apparsa su un muro di Roma: “L’ho vista purtroppo, stiamo cercando di intercettarla per rimuoverla. Si sono mosse un po’ di persone per capire dove sia. Non ho più parole, sono due giorni che mi sta arrivando di tutto sui social, addirittura la bara di mio padre”.

“Cose che non riesco a capire come si possano solo pensare. Avrò ricevuto una quindicina di messaggi e insulti vari sui social, in più è uscita questa scritta stamattina, è la ciliegina sulla torta. Da 44 anni mio padre non riesce a riposare in pace. Ci sono delle forme di rispetto che non andrebbero mai oltrepassate. A Roma è bello lo sfottò, ci campiamo con questo. Però insultare un morto non è più sfottò, è qualcosa che va oltre l’essere normali”.

CLICCA QUI E RIMANI AGGIORNATO SULLE NOTIZIE DELLA LAZIO IN TEMPO REALE