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GAZZETTA DELLO SPORT. Ledesma: gioca sempre lui. Non si è perduto neanche una Lazio

Una sintesi dell’articolo de “La Gazzetta dello Sport”

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GAZZETTA DELLO SPORT. Ledesma: gioca sempre lui. Non si è perduto neanche una Lazio

Il centrocampista italo argentino è l’unico sempre presente tra le fila biancocelesti

(getty images)

Avesse giocato a Roma anziché a Catania, domenica avrebbe potuto pure correre la Maratona. Tanto Cristian Ledesma non si ferma mai e qualche chilometro a buon passo non gli pesa, è abituato. Instancabile, insostituibile, inossidabile, e impossibile chiedere a Reja di rinunciarci per la sua Lazio. Nell’ecatombe di una stagione piena di infortuni e nella conseguente rotazione di uomini e moduli, avere una certezza così è già tanto.  A centrocampo, Reja è stato costretto a inventarsi qualsiasi cosa, ma senza dover fare mai a meno di Ledesma. Domenica, a Catania, il conto andrà aggiornato: 28 presenze su 28, una sola volta da subentrato, contro il Genoa alla terza giornata. Garanzia di fedeltà: nonostante il ruolo possa talvolta richiedere le maniere forti, Ledesma ha collezionato soltanto due ammonizioni. Un guerriero con i guanti bianchi, che nelle classifiche di rendimento continua a primeggiare: primo centrocampista nella graduatoria delle palle recuperate e quarto in quella assoluta dei passaggi riusciti, davanti a De Rossi e dietro solo a Pirlo, Chiellini e Thiago Silva. Non solo, Ledesma è il giocatore di movimento a essere rimasto in campo per più minuti: 2372, solo Sorrentino, Agazzi, Handanovic, Boruc e Frey — tutti portieri — hanno giocato più di lui (2430, il massimo). E da quando è in Serie A con continuità (2003-2004) non è mai sceso sotto le 30 presenze, tranne che nell’anno dei problemi con il rinnovo. Ci siamo, meno tre. 27 su 27, però, sono tante, e il rischio di andare in sovraccarico è concreto: allora usa i guanti bianchi anche Reja, quasi a volerlo frenare in allenamento, dove Ledesma non si risparmia mai. Domenica non si troverà di fronte l’omonimo Ledesma del Catania (passato a gennaio al Boca Juniors, squadra in cui Cristian si lanciò), ma si troverà accanto giocatori con cui quest’anno ha condiviso poco: Brocchi e Mauri, due che mentre Ledesma scoppiava di salute sono stati costretti a fermarsi. Come Lulic, con cui Ledesma condivideva il titolo di highlander prima che anche il bosniaco si arrendesse. Leader in campo, leader per i tifosi, che con Ledesma hanno stretto un legame di ferro: non è mai stato un personaggio capace di attirare la folla, ma se c’è un giocatore in cui tutti i laziali si rivedono, beh, quello è l’italo-argentino, il primo a correre a esultare dopo una vittoria, il primo a presentarsi davanti a un microfono dopo una sconfitta. Ma anche il primo a sapere che, dopo la partita con il Bologna, c’è da tornare a correre, proprio nel giorno della Maratona.

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