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Gentiletti vs Glik, cuore e carattere: da qui non si passa

LAZIO-TORINO, FACCIA A FACCIA – Il match analizzato con gli occhi dei due leader delle difese…

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IL FACCIA A FACCIA – Lazio-Torino mette in palio 3 punti pesanti come macigni. Per la Lazio, che non può permettersi di perdere punti dalle prime dopo la sconfitta con il Sassuolo, ma anche per il Torino, che dopo un grande inizio ha collezionato 1 sconfitta e 1 pari nelle ultime due e non vince dal 27 settembre. Squadre con una mentalità offensiva (11 gol i biancocelesti, 13 i granata), ma per vincere servono grandi difese. Quelle che verranno guidate da Gentiletti e Glik, protagonisti del faccia a faccia di oggi.

LA LAZIO NEL DESTINO – Orfano del compare De Vrij non sembrava più lo stesso, ma è in grande ripresa. Santiago Gentiletti alla Lazio ha avuto un grande merito: quello di fare innamorare un’intera tifoseria in 180 minuti. Il segreto? La personalità dei grandi, abbinata ad una forza fisica e un senso della marcatura da far invidia a tanti difensori del nostro calcio. I 180 minuti sono la 2° e la 3° giornata dello scorso campionato: Lazio-Cesena e Genoa-Lazio. Meno di 180 perché al Ferraris Santiago ci rimette un ginocchio e la stagione, ma rientra giusto in tempo per riportare la Lazio in Champions. Lui al grande calcio ci arriva tardi, a 29 anni dopo aver giocato in Argentina con le maglie del Gimnasia la Plata (club con cui è cresciuto), Argentinos Juniors e San Lorenzo. Con la squadra rossoblu di Buenos Aires per cui fa il tifo anche il Papa alza al cielo in due anni campionato e coppa Libertadores. In mezzo esperienze in Cile e in Francia, al Brest, ma in Europa non sboccia. Finché non arriva la Lazio, che se lo prende nell’estate del 2014 dopo il trionfo nella Champions League del Sud America: tanti scettici, ma Gentiletti è uomo vero e leader nato. Quando? Proprio il 9 gennaio, nel giorno del compleanno biancoceleste.

CUORE GRANATA DELL’EST – 190 centimetri di difensore centrale: una roccia, la colonna della difesa granata. Kamil Glik, polacco ventisettenne di Jastrzębie Zdrój viene da lontano, ma il suo cuore diventa presto un cuore granata, fino a prendersi la fascia di capitano del Torino, quella che è stata di grandi campioni come Valentino Mazzola, Ferrini, Sala, Cravero e tanti altri. Prima di mettere radici sotto la Mole, il giocatore vaga in cerca della persona giusta, che trova in Giampiero Ventura, allenatore che lo volle con forza al Bari nel gennaio 2011 dopo essere cresciuto in patria e aver fatto la prima esperienza italiana al Palermo. Dopo l’expoit del primo anno in A i galletti però sproftondano e Glik, arrivato nel gennaio 2011 a fine anno chiuderà da ultimo in classifica. E qui torna di moda il nome di Ventura. L’allenatore va al Torino e lo vuole con sé per consegnargli le chiavi della difesa: mai scelta fu più azzeccata. La Serie B da protagonista, poi la risalita in A e nel giro di 4 anni l’Europa League giocata da protagonista fino alla sfortunata eliminazione degli ottavi contro lo Zenit, dopo la storica vittoria del “San Mames” contro l’Atletico Bilbao (unica italiana ad espugnare il tempio basco). Difensore col vizio del gol (13 in 145 presenze al Torino), con 7 reti nella stagione 2014-15. Letale sui calci piazzati ha nella Lazio una delle sue vittime preferite. Ai biancocelesti ha infatti realizzato fin qui 2 gol: il 31 ottobre 2012 segnò all’Olimpico il suo primo gol in maglia granata, nel match terminato 1-1. La stagione successiva, questa volta a Torino, va a segno ancora lui ed è un gol che vale 3 punti.

IL CONFRONTO – A testa alta, stesso ruolo e lati opposti del campo. Gentiletti e Glik si guarderanno con rispetto, consapevoli di essere tra i migliori marcatori del campionato. Difensori energici, forti sulle palle aeree ma difficili da superare per ogni attaccante. Si incroceranno e probabilmente si ritroveranno in marcatura sui calci piazzati. Più tecnico l’argentino, più fisico il polacco, ma entrambi giocatori di gran cuore. All’Olimpico servirà soprattutto quello contro i forti attaccanti avversari.

Giorgio Marota
TWITTER: @GiorgioMarota

 

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