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I TIFOSI: «Ci siamo stufati Ma restiamo uniti»

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – I sostenitori biancocelesti non ci stanno

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I TIFOSI: «Ci siamo stufati Ma restiamo uniti»

(getty images)

RASSEGNA STAMPA – LA GAZZETTA DELLO SPORT – Un anno fa, di questi tempi — era il 1 giugno — l’arresto di Beppe Signori provocò sconcerto, con il tifoso laziale che si sentì colpito al cuore perché rappresentato per una vita da un uomo finito dietro le sbarre. Stavolta va addirittura peggio: alzarsi dal letto con un proprio giocatore in manette, e non uno qualsiasi, è un’altra bella botta ai sentimenti. «Arresto intimidatorio», «mossa mediatica», «evento spettacolarizzato»: se ne sentono tante, ma le immagini dell’arresto di Stefano Mauri entrano a gamba tesa nelle case di tutti. La metà biancoceleste di Roma ripiomba in un incubo, all’ora in cui di solito dai sogni o dagli incubi ci si sveglia. Il messaggio è presto lanciato: «Restiamo uniti, in nome della fede, in nome della Lazio. Non riusciranno a distruggerci, nemmeno questa volta». I laziali si chiudono a testuggine attorno alla propria squadra, pur avendo perso la pazienza: «Ci siamo stufati — si sente alle radio —. Dall’epoca di Trinca e Cruciani, non abbiamo saltato uno scandalo».

Quelle vanno di pari passo ai lanci di agenzia: i mattinieri, già dalle 7, invadono il web, poi le radio. L’iniziale vittimismo («Non vedono l’ora di penalizzarci», «Sempre e solo noi», «Perché la Roma mai»?) lascia spazio all’orgoglio: più che la paura di un coinvolgimento del club per responsabilità oggettiva, della retrocessione, dei punti di penalizzazione, domina la voglia di difendere la Lazio. […]

Su una cosa sono tutti d’accordo: fermezza nel condannare il giocatore, lo stesso che aveva deciso un derby, lo stesso che al Napoli aveva segnato un gol da fenomeno, ma che adesso «non dovrà più mettere più piede a Roma, neanche da turista», come scrive Ramo79 su forumlazioultras.it, inondato di commenti, anche dall’estero. Nel pomeriggio prende la parola Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato e noto tifoso romanista: «La Lazio? Le partite se l’è sempre vendute». Apriti cielo: l’orgoglio diventa rabbia, controllata a fatica anche dagli stessi speaker radiofonici. E mentre sui social network la guerra dialettica dilaga, con i romanisti che già ironizzano sulla possibile retrocessione dei cugini, riecheggiano le parole di Mauri dopo l’interrogatorio del 13 aprile: «Sono assolutamente tranquillo e sereno», disse Mauri, rassicurando tutti. Ma c’è un solo problema: «tranquillo», a Roma, ha fatto una brutta fine…

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