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La Lazio nelle scuole, Parolo, Caicedo e Proto a Mentana (FOTO)

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LA LAZIO NELLE SCUOLE – Oggi, martedì 26 novembre, si rinnova l’appuntamento con i giocatori biancocelesti presso l’Istituto Comprensivo Città dei Bambini, Via San Giorgio, 25 – Mentana (RM). “Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa consiste in un vero e proprio “tour biancoceleste” all’interno delle scuole elementari e medie inferiori di Roma e provincia e vedrà il coinvolgimento dei rappresentanti della squadra e di Olympia, simbolo della società biancoceleste.

Lazionews.eu segue l’evento
con l’inviato Marco Barbaliscia

AGGIORNAMENTO ORE 10.50

Parte la sessione di domande: 

Parla anche il Sindaco di Mentana: “Sono contento, sono laziale, forse il primo della storia di Mentana. Bellissima giornata questa, ringrazio la Lazio di essere qui. Lotito ci sta dando un grande insegnamento, perché è facile parlare del magnate che arriva e mette subito tanti soldi. Il presidente Lotito sta costruendo una società solida, compatta e con valori. Io sono orgoglioso di essere laziale quando vedo queste attività. Mi piace tanto essere qui con voi per parlare di sport. Il calcio è un gioco, vanno allontanati i razzisti con decisione”.

Sognavi di diventare un giocatore della Serie A? 

Caicedo: Sì, è sempre stato il mio sogno diventare un calciatore professionista e sono contento di essere venuto in Serie A. La mia passione da bambino? Sempre il calcio, sempre stata la mia passione. Ringrazio Dio che mi ha fatto realizzare il mio sogno”.

Quale è stata la rinuncia maggiore della tua carriera? 
Proto: Nella mia vita non ho potuto mangiare troppe volte la Nutella e le patatine fritte. Ma sono più vicino alla fine della carriera rispetto ai miei compagni (ride)… quindi manca poco…”

Cosa farai a fine carriera? 
Proto: “Mi piace aiutare i bambini, ho 3 ragazzi a casa, mi piace insegnargli le cose. Mi piace tanto giocare a golf anche se adesso non ho molto tempo per farlo”.

Cosa pensi quando senti i cori della Curva? 
Caicedo: “I tifosi ti aiutano a fare bene, a giocare al meglio, è importante la curva e anche tutti i presenti allo stadio. Sono uno stimolo”. 

Il momento più bello vissuto? 
Parolo: “Ce ne sono stati tanti, quando abbiamo vinto le Coppe è stato bellissimo gioire insieme, come una squadra. Oppure quando si segna e si ottiene la vittoria. Comunque è molto importante, siano reali, non così distanti da voi. Potete farci domande, noi siamo qui per rispondere e magari darvi qualche consiglio”. 

I cori che vi fanno più piacere? 
Proto: “L’anno scorso abbiamo giocato partite senza tifosi, è stato difficile per noi ed è stato più facile per le nostre avversarie”.

Violenza nello stadio? Hai mai avuto paura?
Proto: “Ho giocato in Grecia, lì i tifosi sono un po’ più aggressivi. Ho giocato una partita con il Paok, non abbiamo giocato la partita ma l’abbiamo vinta a tavolino 3-0 per un’aggressione all’allenatore. Dentro lo stadio ci vuole rispetto per i giocatori, gli allenatori e gli arbitri. Lo stadio è un po’ dove ci deve essere una festa, non per creare disordini”.

Che differenza tra giocare in campo o in porta? 
Proto: “Per me la settimana è più difficile, ci sono tanti allenamenti in più. La domenica il contrario, noi portieri non corriamo tanto ma dobbiamo sempre essere pronti mentalmente. Magari non vedi la palla per 90 minuti, poi all’improvviso sei chiamato a una parata”.

Ti senti più belga o italiano? 
Proto: “Mi sento belga, sono cresciuto in Belgio. Mio papà è italiano. Qui in Italia ho amici, ma il mio Paese rimane il Belgio”.

Ti sei mai arrabbiato nello spogliatoio?
Parolo: “Capita di confrontarsi e arrabbiarsi coi compagni. Magari anche durante la partita. Ma si fa in modo positivo per spronare gli altri. Poi alla
fine ci si abbraccia e finisce tutto, fa parte dello stare in un gruppo. Bisogna dare l’esempio”.

Cosa può fare un calciatore per i ragazzi? 
Parolo: “Essere un esempio, magari aiutare in privato con associazioni. Bisogna essere un punto di riferimento per la società”.

Partita sospesa per razzismo, giusto? 
Parolo: “Un tema delicato. Per me sospendendo la partita si dà peso a 4-5 persone che fanno gesto sbagliato e si dà risalto a loro. È brutto sentirle, ma se si dà meno peso queste persone vanno a scomparire. È brutto, succede e non dovrebbe”.

Idolo da bambino? 
Proto: “La prima maglia che ho ricevuto è stata quella di Zenga. Poi sono cresciuto, il mio idolo era Buffon. L’ho incontrato 2 anni fa, in Champions in Juventus-Olympiakos, ero timoroso di parlare con lui. È uno umile, tanti si pensano fenomeni, lui ha vinto tutto tranne la Champions ma è gentilissimo. Sono rimasto impressionato”.

Che differenza tra vivere a Cesena e Roma? 
Parolo: “La cosa bella della grande città è che allo stadio ci sono tanti tifosi. Sono molto più calorosi. Per la vita dei calciatori più o meno uguale, si sta a casa e si va agli allenamenti. Allo stadio però ti accorgi della differenza di una piazza importante come Roma. Tutta la gente allo stadio dà una carica grandissima. Quale stadio preferito oltre Olimpico? San Siro, per me il sogno era giocare lì da piccolo. La prima volta che ci ho giocato sembravo un bambino. All’Olimpico il mio esordio in A invece in un Roma-Cesena. Sono due stadi che porto con me”.

Il giocatore più forte incontrato? 
Proto: “Ho giocato contro messi in Champions, mi ha fatto una grande impressione. Gli attaccanti della Lazio anche sono forti”. 
Caicedo: “Marco Parolo! (Ridono tutti)”.

Hai mai subito atti di bullismo? 
Caicedo: No, sono grosso! (Ridono tutti)”.

Differenza tra calcio spagnolo e italiano? 
Caicedo: “Due competizioni simili di alto livello. non c’è una grande differenza”.

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