La Lazio si prende la finale

RASSEGNA STAMPA-CORRIERE DELLO SPORT–Lazio, di goleada. La sventola di Zampa, i colpi del campioncino Emmanuel e del bomber Rozzi. Il derby degli Alberto va a Bollini: sotto gli occhi di Petkovic, vola lui in finale. E’ l’uomo che può regalare il primo tricolore a Lotito sfilando la corona-scudetto all’altro Alberto, De Rossi. La dedica è per San Felice sul Panaro, la terra in cui vivono i suoi genitori, ferita dai terremoti. Destini capovolti: De Rossi è fuori, ha imprecato per un rigore non concesso sull’1-2 (fallo di mano di Barreto), non potrà difendere lo scettro impugnato un anno fa, non potrà centrare il secondo scudetto di fila. Sarebbe stato un record, ma non si vince sempre. I sacri testi sono chiari: la Lazio non si giocava lo scudetto baby da undici stagioni. L’Alberto laziale fa riaprire i libri di storia, ha ridato lustro alla Primavera, era un fiore appassito, è tornata un fiore all’occhiello. La sua gestione è un inno all’idea del settore-laboratorio.[…..] La Roma ha sbagliato tanto, la Lazio è stata chirurgica. Prima i prodigi balistici di due talentuosi centrocampisti-spadaccini, Zampa dai 30 metri e Viviani su punizione dal limite dell’area. Poi i gol di Emmanuel (terza rete in due partite, si farà) e Rozzi. Tutti giovani brillanti, muniti di piccozza. Roma e Lazio, nei loro scrigni, hanno preziosissimi gioielli. Bella sfida, lo stadio di Gubbio tutto un urlo.[…..] In campo agonismo ed estetica, tackles e ricami, è stata una serata vissuta su ritmi velocissimi. La Lazio s’è coperta senza rinunciare ad attaccare, la Roma ha attaccato senza scoprirsi, manovrando in velocità, giocando di sponda, sulle corsie esterne, arrivandoci con eleganza. De Rossi ha sdoganato subito Viviani nel 4-2-3-1, arrivato in fretta e furia dall’under 21. Bollini ha inserito il pilota automatico confermando gli undici dei quarti di finale e il 4-3-3 che li aveva ispirati.  La favola, stavolta, è della Lazio.