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Felipe Anderson: “Pelé una leggenda, siamo tristi per quanto accaduto”

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LAZIO FELIPE ANDERSON PELÉ – Il mondo del calcio piange la scomparsa di Pelé, una vera e propria leggenda di questo sport che si è spenta all’età di 82 anni. Ai microfoni ufficiali della Lazio ha parlato Felipe Anderson, che ha voluto ricordare il campione suo connazionale dilungandosi anche su altri temi.

ULTIM’ORA – Il calcio piange un altro simbolo: è deceduto Pelé

Le parole di Felipe Anderson su Pelé

“A noi brasiliani, sin da bambini, il calcio piace tantissimo e prima ancora che iniziamo a camminare, ci regalano i palloni. Io sono cresciuto ascoltando le storie del ‘Re del Calcio’, avevo voglia di conoscerlo e di sapere chi fosse. Quando sono andato al Santos e ho visto che lui era li e quel che ha fatto per il club, avevo il sogno di indossare la maglia numero dieci e ce l’ho fatta. È un onore aver avuto un riferimento come lui nel calcio mondiale e essendo brasiliano, aver giocato nella sua stessa squadra, indossando la maglia numero 10 ho ancora i brividi. È una leggenda, siamo tristi per quel che è accaduto”.

Il mito di Pelé

“Ho visto tutti i video possibili che ci sono su di lui e mi sono innamorato delle giocate e della sua velocità. C’è un particolare per noi che abbiamo giocato al Santos, ci sono tanti ex che hanno giocato con lui che lavoravano li e ci raccontavano le storie e abbiamo avuto degli insegnanti. Ci dicevano che era devastante e nessuno poteva mai immaginare che fosse così forte”.

Maglie

“Mi ricordo che, ho delle maglie a casa del numero dieci, ci sono delle corone dentro. A me faceva piacere perché spesso era a guardarci nelle partite importanti ed era una responsabilità indossare la sua maglia. Avevo 17 anni, era una motivazione. Non ho avuto occasione di parlarci, lo vedevo quando vincevamo titoli. Nessuno riusciva a parlarci tanto perché eravamo troppo emozionati”.

Nazionale brasiliana

“Per noi è un sogno e a volte quando vediamo i giocatori che hanno indossato la maglia della nazionale è una responsabilità molto grande. Quando ci sono le convocazioni, è una responsabilità molto grande e una gioia che non si può esprimere a parole”.

Numero 10

“Quando ci pensi è un giocatore che inventa e che riesce a fare cose che nessuno si aspetta, come oggi c’è Luis Alberto e per questo lo chiamano Mago. Lui vede cose che ingannano l’avversario. Noi brasiliani siamo pazzi per questo numero, chi indossa questa maglia deve fare la differenza”.

Neymar

“È sempre stato una gioia e una responsabilità grande. In Brasile siamo tanti e quando le cose non vanno bene è un processo nazionale, io credo che oggi il calcio è più mediatico. Se una partita va male si vede subito, manca pazienza perché i suoi numeri sono incredibili per l’età che ha”.

Giocate

“A me piace la giocata con l’Uruguay, quando un giocatore riesce a leggere i movimenti del difensore. Io ci provo sempre a lasciar passare la palla e riprenderla dall’altra parte, questi dribbling sono una cosa che fa la differenza. Gol a Bergamo? Quando siamo davanti apriamo i piedi, li già sapevo che dovevo stringere nel palo corto perché nessuno se lo sarebbe aspettato. Queste giocate mi esaltano”.

Pensieri sul 2022

“Sicuramente quando sono tornato tuti mi chiedevano se avrebbero visto il Felipe del 2014, io gli dicevo che ero più forte e non ci credevano perché non giocavo da due anni. Oggi il calcio è molto fisico, dobbiamo essere preparati mentalmente e fisicamente e dare le cose giuste. Quest’anno sono stato concentrato in alcune partite tutto il tempo e mi ha dato la consapevolezza che posso fare meglio. Questo dà l’esaltazione della tecnica e delle giocate che mi appartengono. Augurio? Saluto i tifosi e faccio gli auguri alla famiglia, speriamo di portate la Lazio ai primi posti. Lottiamo per voi e continuate a sostenerci come sempre”.

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