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Malagò: La riforma? Scelgo io, non Abete!

CORRIERE DELLO SPORT (M. Marchetti) – Malagò dirige il nuovo riassetto della giustizia sportiva, ma il rappresentante della Federcalcio sembra essere poco convinto…

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MALAGO Giovanni 02

RASSEGNA STAMPA SS LAZIO – Giovanni Malagò ha scelto l’ex Accademia di scherma come location per il sì definitivo alla riforma della giustizia sportiva. A definire la composizione dei nuovi organi sarà la troika composta da Marini, Deodato e Fumagalli. Il riassetto della giustizia in ambito sportivo riguarda tutte e quarantacinque le federazioni che compongono il Coni. Il nuovo codice implicherà, infatti, la modifica degli statuti di queste ultime. Il tutto in un percorso che si concluderà entro il il 30 maggio, grazie al lavoro di un commissario ad acta. La riforma ha ricevuto solo tre voti contrari, già anticipati in Giunta, ed uno di questi, il più ridondante, è quello della Federcalcio di Abete. Questo aveva adombrato possibili difficoltà per quanto riguarda l’introduzione di un Codice unico soprattutto nell’interfacciarsi con gli organi internazionali, Fifa e Uefa. “Un codice di giustizia sportiva frutto di un ente pubblico che fino a prova contraria è soggetto terzo rispetto al libero associazionismo”. Rischio concreto, secondo il numero uno di via Allegri, quello di “un’invasione di campo in aree la cui titolarità spetta alle libere federazioni”. “Sulla parte internazionale mi imbarazzo a rispondere – è stata la tagliente risposta di Malagò – La responsabilità politica della decisione della Giunta me la prendo io. Non me la faccio dettare dalla Federcalcio”. La questione spinosa di questa faccenda, come ricorda il Corriere dello Sport, ruota attorno al rischio che la costituenda Procura generale possa entrare in tackle sulla Procura federale di Palazzi. E la nomina di un carabiniere, Cataldi, a capo del nuovo organismo lascia poco spazio a dubbi rispetto all’obiettivo della riforma.

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