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TRAPATTONI: “La LAZIO mi aveva cercato ma alla fine non si fece nulla”

Il ct dell’Irlanda svela un retroscena legato al passato: “Peccato perchè Roma è una bella piazza, dal cuore grande”…

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TRAPATTONI Giovanni 00

TRAPATTONI SVELA UN RETROSCENA – “Un anno e mezzo fa sono stato contattato dalla Roma per allenare la squadra. Ma non era la prima volta, in diverse occasioni sono stato vicino alla società giallorossa“. Parola di Giovanni Trapattoni, ex ct della Nazionale italiana ed ex allenatore di Juventus, Inter e Milan ai microfoni di Radio Manà Manà Sport. Non solo Roma, l’attuale commissario tecnico dell’Irlanda rivela di aver avuto contatti anche con la Lazio: “Ma non è mai andato in porto nulla. Un po’ mi dispiace – spiega Trapattoni – perché Roma è una bella piazza, dal cuore grande“.

Mister, tra le esperienze all’estero, ha allenato il Bayern Monaco, il Benfica, lo Stoccarda, il Salisburgo e ora la Nazionale Irlandese, qual è quella che le ha dato più soddisfazioni?
Un po’ tutte ma la prima, quella tedesca, è stata sicuramente la più difficile. Terra tosta la Germania, per mentalità, per carattere, per abitudini, anche alimentari. Una volta valicate le alpi e vinto lo scudetto ero vaccinato e corazzato per affrontare tutte le altre esperienze. Il calcio italiano è quello più preparato dal punto di vista tattico.

Il bilancio, fin qui, del suo lavoro con la Nazionale irlandese?
Abbiamo vinto il “Quattro nazioni”, in Irlanda è una competizione molto sentita, ci siamo qualificati all’Europeo 2012, per un soffio, ricorderete quello che accadde contro la Francia,non partecipammo al Mondiale del 2010. Siamo una squadra che ha carattere, mentalità, disciplina in campo. Spero a marzo di giocarmi il mondiale contro Austria e Svezia. La Germania per noi è fuori misura.

E’ rimasto deluso di non aver raggiunto grandi risultati con la Nazionale italiana, nel Mondiale di Corea e Giappone del 2002, nonostante un gruppo di grande prestigio?
Oggi uno può dire “si poteva schierare di più Pippo Inzaghi o Del Piero”. Ma è tutto col senno del poi. Eravamo sotto scacco di un sorteggio malandrino. Era una squadra quasi completa. Purtroppo non è stato solo l’episodio di Byron Moreno, ce ne sono stati anche altri, infortuni o quella palla sul piede destro di Vieri, solo davanti la porta, che andò sopra la traversa.

Mister mancano nel calcio presidenti e persone come Gianni Agnelli e Dino Viola?
Sì. Sono stati grandi personaggi. Persone schiette. Dino Viola ho avuto modo di incontrarlo, siamo sempre stati in ottimi rapporti. Ce ne vorrebbe ancora di gente come loro affinché il mondo del calcio possa tornare ad avere un’etica sportiva.

Parliamo del rito di gettare l’acqua santa sul campo prima delle partite. Non è un rito scaramantico, vero mister?
No, è un atto di devozione. Ho una sorella che è suora. Questo gesto per me è una protezione dall’invidia. L’invidia uccide più delle pallottole, dice il mondo cattolico. Mi tiene lontano il male e l’invidia

Infine, Mister Trapattoni un ricordo dell’Inter schiacciasassi del 1987 che vinse lo scudetto.
E’ stata una squadra costruita pezzo per pezzo. Viaggiavo io personalmente. Dopo gli allenamenti andavo in Germania, in Polonia, in Ungheria per scegliere e prendere i giocatori che volevo. Abbiamo fatto una squadra che ha macinato record e ottimi successi.

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