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Il PAGELLONE di Daniele Izzo | Tutti i voti al 2021 biancoceleste

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LAZIO PAGELLONE 2021 – Dicembre è ormai volto al termine, così come il 2021. Un anno denso d’emozioni, colorato di Lazio. Da gennaio, quando i biancocelesti aprirono l’anno battendo la Fiorentina, a dicembre, quando hanno replicato il risultato sul campo del Venezia ogni singola giornata ha riservato colpi di scena,
gioie, dolori, e quant’altro uno sport e la passione per una squadra possono regalare. Andiamo quindi a metter ordine tra i risultati, il cambio d’allenatore, i gol e le parate, valutando giocatore per giocatore l’anno della Lazio. Ecco il pagellone del 2021 a firma Daniele Izzo, redattore di Lazionews.eu.

SS Lazio, il pagellone del 2021

I portieri

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PEPE REINA 6,5 – Le perle sono l’assist per Felipe Anderson in Lazio – Spezia, un derby dominato sia con le mani che con i piedi, e la strepitosa parata in Torino – Lazio. Al convesso, qualche errore di troppo ha portato Sarri negli ultimi mesi a preferirgli Strakosha. Anche dalla panchina, tuttavia, rimane uno dei valori aggiunti tecnici e morali di questa rosa.

THOMAS STRAKOSHA 6 – Avete presente ‘Atlantide’, la famosa giostra di Gardaland? Il suo 2021 ne è la perfetta rappresentazione calcistica. Prima una lunga e tortuosa salita all’ombra del veterano Reina, poi la discesa degli ultimi mesi, vissuti nuovamente da protagonista tra i pali della porta biancoceleste.

MARIUS ADAMONIS sv – Lo sfottò a Cataldi dopo lo scaldabagno scagliato nella porta del Cagliari è l’acuto di un anno passato a crescere all’ombra di Reina e Strakosha.

I difensori

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STEFAN RADU 8 – Tredici anni di Lazio. Più di un decennio passato come una piuma, metà bianca metà celeste, a difesa dell’Aquila. Radu ha passato il 2021 a scrivere record, diventando, da ultimo, il giocatore più presente nella storia della ‘prima squadra della capitale’. Basta questo a giustificare un voto così alto nonostante le poche presenze sul campo? Crediamo di sì.

SENAD LULIC 8 – 71 è per sempre. Lulic è per sempre. Perciò, come anticipato dalla pagella di Radu, il voto per chi ha scritto la storia della Lazio non può che essere questo. Grazie Senad.

ADAM MARUSIC 7 – Passato da terzino sinistro a difensore centrale e poi a terzino destro con lo spirito di adattamento di Tom Hanks in ‘Cast Away’, Marusic è senza ombra di dubbio uno delle note più positive del 2021 laziale. In un calcio sempre più votato alla duttilità, il suo essere multitasking ha fatto comodo sia a Inzaghi che a Sarri.

LUIZ FELIPE 7 – In un anno passato ad alzar dighe per proteggere i pali della porta biancoceleste, l’italo-brasiliano è riuscito a limare l’irruenza che lo faceva finire spesso e volentieri nel taccuino dei cattivi. L’unico rosso dell’anno, infatti, è arrivato a bocce ferme, per un banale scherzo a Correa. In costante crescita.

MANUEL LAZZARI 6,5 – Come a scuola, la pagella di Lazzari è una media tra l’8 del primo quadrimestre e il 5 del secondo. Se con Inzaghi l’ex SPAL era arma tra le più mortifere dell’offensiva biancoceleste, con Sarri è diventato quasi un oggetto estraneo. O peggio, un perfetto sacrificabile all’altare del mercato.

FRANCESCO ACERBI 6,5“Chi ben comincia è a metà dell’opera”, “Il buongiorno si vede dal mattino”: la sapienza popolare italiana è piena di proverbi di questo tipo. Eppure il centrale laziale, che ben aveva cominciato l’anno annullando Dzeko nel derby del gennaio 2021, li ha in parte disattesi. Tra difficoltà nell’assimilare il passaggio a una difesa a quattro e uscite poco apprezzate dal tifo biancoceleste, la
‘buonanotte’ non è stata certo all’altezza del ‘buongiorno’. Mezzo voto in più, d’obbligo, per l’Europeo vinto la scorsa estate.

PATRIC 6+ – Alternando prestazioni da incubo, come quella contro il Bayern Monaco, ad altre di eccellente fattura, contro l’Inter ad esempio, lo spagnolo si è guadagnato i galloni di ‘terzo centrale’ alle spalle del duo Acerbi – Luiz Felipe. E, tutto sommato, un’ampia sufficienza se l’è meritata.

ELSEID HYSAJ 6 – Senza infamia e senza lode. In ossequio al voto che spesso il lunedì mattina i fantallenatori accolgono al fianco del suo nome, il 2021 biancoceleste di Hysaj è da 6. Sufficiente, ma non oltre.

WESLEY HOEDT 5 – Sette presenze tutt’altro che indimenticabili prima di trasferirsi all’Anderlecht in estate. Ai limiti dell’avviso a Federica Sciarelli… “Chi l’ha visto?”.

MOHAMED FARES 4,5 – Prima di approdare al Genoa, un anno passato a girovagare qua e là: uno scatto, una mezza idea, un passaggio a vuoto. Troppo discontinuo per incidere nel mondo Lazio. È stato, senza ombra di dubbio, una delle delusioni più cocenti della campagna acquisti dell’estate 2020.

DJAVAN ANDERSON sv – 10 gennaio 2021. La data della sua ultima presenza in biancoceleste: 6’ minuti in campo nello 0-2 di Parma. Troppo poco per raggiungere una votazione.

DENIS VAVRO sv – 616 minuti con la maglia del Huesca, poi il rientro alla Lazio. Qui, anche con Sarri, il nulla. Non giudicabile.

I centrocampisti

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SERGEJ MILINKOVIC-SAVIC 8 – Meno draconiano di Hartman, ma comunque degno protagonista di un eventuale sequel di ‘Full Metal Jacket’. Sergente, allegoria vivente di un calcio bello ed efficace, duro e splendente, moderno e vincente. Con la speranza che i colori della sua divisa rimangano ancora a lungo il bianco e il celeste.

LUIS ALBERTO 7,5 – Il mago non ha perso il tocco fatato, anzi. Tra un ‘Evanesco’, per far scomparire il pallone, un ‘Accio’, per chiamare a se sfera e avversari, e un ‘Wingardium Leviosa’, per far lievitare la magia del suo gioco, lo spagnolo ha deliziato la platea laziale per l’intero anno. Com’è che si dice? ‘La pelota siempre al diez’.

DANILO CATALDI 6,5 – Da riserva di lusso a titolare inamovibile. Dopo i primi mesi passati all’ombra di Leiva, il prodotto del settore giovanile biancoceleste ha acceso il ‘nos’ diventando, sotto l’egida di Sarri, più ‘Fast and Furious’. La chiamata di Roberto Mancini è la ciliegina sulla torta di un anno sicuramente da ricordare.

TOMA BASIC 6,5 – Nel novembre del 1996, quando veniva alla luce il piccolo Toma, Raffaella Carrà conduceva il programma che 25 anni dopo dopo avrebbe descritto al meglio la stagione dell’ormai cresciuto Basic: “Carramba, che sorpresa!”. 20 presenze, 1 gol e 2 assist sono un bottino più che soddisfacente per un giocatore alla prima esperienza in Italia. Se poi ci aggiungiamo che spesso e volentieri Sarri lo ha preferito a un certo Luis Alberto, il dado è tratto.

MARCO PAROLO 6,5 – Il gol al Bayern Monaco negli ottavi di finale di Champions League rimane una virgola tra le parole ‘Grazie’ e ‘Marco’. Grazie Marco per quanto hai dato alla Lazio e ai suoi tifosi.

LUCAS LEIVA 6 – Il voto al brasiliano è una media tra una buona fase d’interdizione e la poca lucidità nella regia offensiva, tra una prima parte d’anno passata a fare il titolare e l’altra a esser la riserva di un cresciuto Cataldi.

JEAN DANIEL AKPA-AKPRO 5,5 – Grinta, grinta e ancora grinta. Sia Inzaghi che Sarri hanno apprezzato il dinamismo dell’ivoriano, le cui lacune in termini di qualità però si sono palesate spesso e volentieri.

ANDREAS PEREIRA 5 – 20 e passa milioni di riscatto e il club di provenienza, il Manchester United, facevano pensare a qualcosa di più pronto, a un rinforzo di tutto rispetto. In realtà, sicuramente anche a causa di un modulo lontano dal suo sangue verde-oro, del passaggio di Pereira alla Lazio non sono rimaste tracce evidenti. Vien da dire una sola parola: peccato.

GONZALO ESCALANTE 4,5 – Troppo poco per chi era giunto nella Capitale con i galloni di vice-Leiva. Tanto che, a poco più di anno dal suo acquisto, l’avventura in biancoceleste sembra già esser giunta al capolinea.

ANDRE’ ANDERSON sv – Qualche scampolo di partita per provare a dimostrare il suo valore. Giudizio rimandato, in attesa di nuove esperienze pedatorie.

Gli attaccanti

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CIRO IMMOBILE 10 – Semplicemente perfetto. Dalla premiazione per la Scarpa d’oro vinta l’anno prima al record assoluto di gol in maglia biancoceleste, passando per l’Europeo vinto nella magica notte di Wembley. Il 2021 di Ciro Immobile è dorato, come meglio di addice a un ‘King’ del suo calibro. Che cantastorie e amanuensi siano avvisati, il mondo Lazio sta vivendo una nuova favola che urge tramandare alle generazioni che verranno: “C’era una volta un giocatore incredibile, un benefattore del gol, Re Ciro Immobile”.

PEDRO 7,5“Altro che ragazzino, Che per benino, Sapeva molte cose più di me, Mi ha portato tante volte a veder le stelle…”. Non si poteva non scomodare la compianta Raffaella Carrà per chi in pochi mesi è già entrato nelle grazie del mondo biancoazzurro: all’anagrafe Pedro Rodriguez Ledesma. Il 9 aveva una ‘mission (quasi) impossible’ vista la provenienza, eppure dal primo tocco si è capito che poteva essere amore a prima vista. Anzi, a prima festa. Come quella partita dopo lo 0-2 siglato nel derby sotto la Sud giallorossa. “Pedro, Pedro, Pedro, Pedro, Pè, praticamente il meglio di Santa Fè…fidati di me!”.

FELIPE CAICEDO 7“Amami o faccio un Caicedo”. Un vero e proprio tormentone per un attaccante da hit parade, di quelli che lasciano il segno. Resta ancora dubbio, sebbene la sua esperienza al Genoa non sia iniziata nel migliore dei modi, la scelta di lasciarlo partire così a cuor leggero: avrebbe sicuramente fatto comodo.

FELIPE ANDERSON 6,5 – L’app 2.0 rilasciata congiuntamente dalla Lazio e dal folletto brasiliano quest’estate conserva un prima e un dopo la partita con l’Inter. Il far-west successo quella sera nei secondi dopo la sua rete sembra averlo scosso. La competitività della squadra ad alti livelli, però, dipende dai suoi piedi, nonché dalla sua fantasia. Speriamo quindi che il detto ‘anno nuovo, vita nuova’ sia il mantra per iniziare al meglio questo 2022.

MATTIA ZACCAGNI 6,5 – Nessuna morte presunta, nessuna vincita alla roulette di Montecarlo. Solo un trasferimento dal Verona alla Lazio, un primo periodo vissuto tra infortuni e logico ambientamento e, sul finire d’anno, una freccia d’amore e calcio scagliata ai tifosi biancocelesti. “Il fu Mattia Zaccagni”, chissà se tra qualche anno lo ricorderemo così, alla Pirandello maniera.

JOAQUIN CORREA 6,5 – La costanza di rendimento non è mai stata la migliore arma del suo arsenale. Eppure i gol, più o meno importanti, nel 2021 sono arrivati con una certa continuità. Sicuramente da ricordare la bellissima rete siglata allo ‘Stadium’ contro la Juventus e quella all’Olimpico al cospetto dei campioni del Bayern Monaco.

RAUL MORO 6 – Com’è che cantava De Gregori? “Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”. Esatto. A noi non resta che aspettarlo.

VEDAT MURIQI 4 – Tanti a confronto di Immobile sfigurerebbero, è vero, ma il paragone è oggettivamente impietoso. Semplicemente inadatto, alla squadra e forse anche al campionato. Il treno che lo porterà via dalla Capitale è stato annunciato, l’avventura in biancoceleste pare esser giunta alla conclusione.
Inevitabile.

LUKA ROMERO sv – Per giudicarlo occorrerebbe vederlo in campo con maggior costanza. L’unica cosa certa, come canta Ligabue, è che “Il meglio deve ancora venire”.

Gli allenatori

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SIMONE INZAGHI 7 – Dopo 22 anni d’amore incondizionato, ha lasciato casa sua, la Lazio, per provare una nuova avventura all’ombra del Duomo meneghino. L’ottavo di Champions contro i campioni del Bayern Monaco rimane il momento più alto di un 2021 vissuto sull’altalena e concluso con un buono, ma non ottimo, sesto posto.

MAURIZIO SARRI 6,5 – Le perle in questo inizio d’avventura biancoceleste sono sicuramente il derby e l’affermazione sull’Inter. Al convesso, alcuni passaggi a vuoto come Bologna, Verona e Napoli, non hanno permesso alla sua creatura di spiccare ancora un volo solido e sicuro. Ma tempo al tempo, la rivoluzione è appena iniziata.

Articolo a cura di DANIELE IZZO

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