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Avversario per una sera, mai nemico: Simeone ritrova la Lazio

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Diego Pablo Simeone saluta l'Olimpico

SIMEONE LAZIO – “Avrò la pelle d’oca. Tutto qui mi fa tornare ad anni straordinari della mia carriera da calciatore. La tifoseria mi ha voluto bene fin dal primo giorno, ho un grandissimo ricordo di tutti i laziali. Non vedo l’ora di rivederli in campo. Non posso che ringraziarli che l’affetto che ricevo quando torno a Roma”. Tradisce l’emozione Diego Pablo Simeone quando parla di Lazio. È rimasto legato alla maglia biancoceleste, non l’ha mai nascosto. Così come non ha mai escluso la possibilità, in un futuro più o meno prossimo, di sedersi sulla panchina capitolina.

Diego Pablo Simeone riabbraccia la Lazio

Oggi sarà un rivale. I più giovani l’hanno conosciuto solo come allenatore prodigio dell’Atletico Madrid. Ne elogiano il Cholismo, uno stile di gioco maschio e pragmatico. E come calciatore hanno per riferimento il figlio Giovanni, attaccante del Napoli. C’è stato un passato neanche troppo lontano, però, dove Diego Pablo Simeone è perno imprescindibile di una Lazio da lui stesso definita come “la squadra più forte in cui abbia mai giocato”.

Sbarcò nella Capitale nell’estate 1999, scelto come contropartita tecnica nell’affare che portò Christian Vieri all’Inter. E con la Lazio fu subito amore. In quattro anni all’ombra del Colosseo mise a referto 136 presenze, 18 assist e 10 gol. Tra questi, indimenticabile il colpo di testa che regalò allora formazione allenata da Svenn Goran Eriksson l’ultima chance di giocarsi uno Scudetto poi vinto. Non abbandonò la nave neppure nel 2002, quando la società versava in enormi difficoltà. Prima di tornare all’Atletico Madrid, vinse non solo un campionato ma anche una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Supercoppa Europea.

Avversario, mai nemico: cori e applausi attendono il Cholo

Oggi sarà un avversario, se così si può definire un amico fraterno. Perché tale è Simeone per il popolo laziale. Un guerriero con il quale si sono condivise mille battaglie, un simbolo di un’epoca felice. Il 16 febbraio 2012, in occasione dell’ultimo Lazio – Atletico Madrid, fu accolto da cori, applausi e striscioni. Lo stesso accadrà stasera. Anche se il tecnico argentino fa finta di non pensarci. “Nella vita bisogna dare, senza aspettarsi nulla – ha dichiarato nella conferenza stampa della vigilia -. Quando uno attende qualcosa e non succede poi ci rimane male”.

Daniele Izzo

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