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IL CORRIERE DELLO SPORT. Lazio quarta ma non basta

Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport sull’ultima giornata di campionato disputata dai biancocelesti a Lecce…

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IL CORRIERE DELLO SPORT. Lazio quarta ma non basta

Uno stralcio dell’articolo de Il Corriere dello Sport sull’ultima giornata di campionato disputata dai biancocelesti a Lecce…

(foto Getty Images)

LECCE – La Lazio fa il suo ma non basta. Per Reja roba da mangiarsi mani e gomiti. Il tecnico sapeva be­ne che il suo sogno Champions di­pendeva da due risultati: quello del­la sua squadra è arrivato ma l’esito non è stato felice perché nel giro di due settimane l’Udinese gli ha smorzato il sorriso sulle labbra. Questa volta in via definitiva. In una Lecce felice e imbandierata, legitti­mamente orgogliosa per il risultato ottenuto in questo campionato, il so­gno biancoazzurro si è arenato sul­la diferenza reti, un pugno di gol (sei) che sbarra la porta dell’Europa più grande e ricca. Resta il premio di consolazione dell’Europa League, una consolazione un po’ magra, alla luce di una stagione che i ragazzi di Reja hanno condotto da protagoni­sti probabilmente compromettendo­la con un rendimento esterno non sempre esaltante. E anche ieri la Lazio per un tempo ha manifestato qualche sofferenza.[…]

FESTE E PAURE –
Confronto fra con­trastanti stati d’animo. Per il Lecce la partita di ieri era la santificazio­ne di una salvezza bella e meritata, continuata nel cuore della città, a Piazza Sant’Oronzo, raggiunta do­po la tradizionale passerella a bor­do del pullman scoperto. Momento di gioia, dunque, appannato dal­l’annunciato addio di De Canio, protagonista di questo campionato ( i suoi meriti sono indiscutibili), accolto in maniera contraddittoria dalla folla, con una frangia che lo ha salutato con un classico detto sa­lentino: «Lecce città d’arte se ne frega di chi arriva e di chi parte». Diverso lo stato d’animo della La­zio costretta, anche per le sue dis­sennatezze (ultima, ma solo in ordi­ne di tempo, la trasferta di Udine) a inseguire una qualificazione Champions apparsa prima possibi­le, poi molto probabile, poi quasi scontata e, infine, diventata una prospettiva legata a troppe varia­bili, la principale delle quali (la vit­toria del Milan al Friuli) completa­mente indipendente dalle volontà dei ragazzi di Reja. Ma proprio perché quella salentina era per la Lazio l’ultima spiaggia, era lecito attendersi un avvio rabbioso, ispi­rato soprattutto dagli uomini di maggiore spessore tecnico. Invece a un Rocchi che ci ha messo la fe­de, i gol (il primo su lancio di Lede­smaun po’ «corretto») e gli assist (quello per il raddoppio di Zarate) ha fatto da contraltare l’indolenza di Hernanes e l’indifferenza di Mauri ( migliorato dopo il cambio di modulo). Il Lecce, con la testa priva di preoccupazioni (ma anche con una difesa rabberciata con Gia­comazzi e Giuliatto centrali) dal punto di vista della fase offensiva è piacevole: si muove in maniera co­ordinata, soprattutto il movimento senza palla garantisce l’apertura degli spazi.[…]

CAMBI IN CORSA –Gara ricca non so­lo di gol ma anche di spunti tattici con i due tecnici che un po’ per scelta un po’ per necessità sono sta­ti obbligati a cambiare in corsa. Ha cominciato Reja che resosi conto di soffrire troppo con il 4-2-3-1 è pas­sato al 4-4-2 con l’avanzamento diZarate a far coppia con Rocchi e il defilamento a sinistra di Hernanes, modulo confermato nella ripresa con l’inserimento di Gonzales al posto dello spento brasiliano. Dal canto suo De Canio, esaltato dai due gol (bello ma casuale il primo di Coppola che nel tentativo di crossare al volo ha confezionato un micidiale pallonetto ai danni di un maldestro Muslera poi riscattatosi con un paio di interventi decisivi; di ottima fattura tecnica la conclu­sione precisa e violenta di Piatti dalla media distanza) ha provato a rimodellare la squadra con un più offensivo 4-3-1-2. Ma il tentativo è durato poco perché l’espulsione di Benassi ha obbligato il tecnico sa­lentino a rinunciare a Di Michele per inserire Rosati, passando, così, al 4-3-1-1 (Chevanton alle spalle di Corvia). […]

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