Le prime mosse di PETKOVIC

Pubblicato 
giovedì, 07/06/2012
Di
Redazione
Tempo di lettura: 2 minuti
( GETTY IMAGES)

RASSEGNA STAMPA-CORRIERE DELLO SPORT-Trentasette minuti per raccontarsi, quaranta giorni per capire come nascerà la Lazio di Petkovic, bosniaco di Sarajevo con passaporto croato, l’occasione della carriera costruita da solo, senza spinte, lavorando anche alla Caritas perché tra la vita da calciatore e il futuro da allenatore ha dovuto riempire un buco di sei o sette anni in cui c’era da tirare su famiglia e il calcio non bastava a garantirsi lo stipendio. migliore per rapportarsi al gruppo.  «Il mio modo di essere è presente, un po’ duro, ma sono una persona flessibile. Amo il confronto e guardare negli occhi. Comunicare in maniera chiara con i propri collaboratori è fondamentale» . S’è presentato con un lungo prologo, tre o quattro pagine in cui si era scritto tutto o quasi, si è sciolto parlando, ha finito sudato, quasi stremato, perché si vedeva quanto ci tenesse a destare una buona impressione. [....]

  Conoscenza dei giocatori, formazione del gruppo, trasmissione delle proprie idee calcistiche. Questi saranno i tre snodi decisivi dell’estate di Petkovic: se riuscirà a superare le prime curve senza difficoltà, allora si potrà puntare con forza sulla sua Lazio. E’ apparso deciso, consapevole dei rischi, sulla carta preparato. E smanioso di vedere sul campo i suoi nuovi giocatori per scoprirne le caratteristiche tecniche. Partirà con un gruppo allargato per il ritiro di Auronzo di Cadore, ha ripetuto più di una volta che concederà una chance a tutti, poi tirerà le somme e disegnerà il vestito più adatto alla Lazio. Aperto al dialogo, ma convinto delle proprie idee. Così ha liquidato Reja. Non gli telefonerà per farsi raccontare la Lazio: «Faccio i complimenti al mister per il lavoro fatto. Ma contano l’oggi e il domani. Cerco di non tornare sul passato. Preferisco fare le mie idee" .  Ieri l’ex tecnico del Sion ha trasmesso l’idea di un blocco granitico all’interno di Formello. E’ piaciuta alla società la sua fame, la sua voglia di mettersi in discussione. Ha ringraziato Lotito, Tare e il segretario Calveri. Condivideranno ogni momento di un progetto che cercherà di portare lontano la Lazio.  Disponibilità al sacrificio, così ha riaperto un piccolo spiraglio per Zarate. «Il suo valore lo conosciamo, non ne devo parlare io. Se ci sarà, farà parte del gruppo. Ma ogni giocatore deve lavorare in funzione del gruppo. Questo lo pretendo da tutti i giocatori».

Conoscenza dei giocatori, formazione del gruppo, trasmissione delle proprie idee alla squadra sul campo. Il suo Young Boys correva e divertiva, alla Lazio troverà una squadra più tecnica e meno veloce. «Quello è stato un processo di lavoro. Qui oggi ne inizia uno nuovo»
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