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MALDINI: “Uno che fa le due fasi come Candreva non può essere sottovalutato”
LA GAZZETTA DELLO SPORT- In un’intervista l’ex difensore spiega il suo modo di vedere la Nazionale…
RASSEGNA STAMPA SS LAZIO- In questi giorni i mondiale è il tema caldo nel mondo dello sport e non poteva mancare il commento di un grande ex azzurro come Paolo Maldini. In un’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport ha parlato della nazionale e dei suoi giocatori con un riferimento particolare ad Antonio Candreva, protagonista nella gara contro l’Inghilterra. Ecco le fasi salienti del colloquio fra il mitico ex Milan e l’intervistatore: “Ogni allenatore prova a alzare il tasso tecnico, poi dipende da ciò che riesce a tirar fuori dai singoli. I nostri giocatori spesso sono valutati in modo sbagliato, diciamo al ribasso. Faccio un esempio per tutti: secondo voi un centrocampista come Candreva che fa le due fasi in quel modo non è un po’ sottovalutato? Prandelli non è un eretico, ha solo fatto un ragionamento semplice, il calcio di qualità lo fanno i giocatori di qualità, io la qualità ce l’ho soprattutto a centrocampo, dunque punto su di loro. Era giusto provare a mettere Verratti assieme a Pirlo. Non bisogna mai aver paura di cambiare qualcosa”. E, parlando di centrocampo non poteva mancare un commento sull’insostituibile Andrea Pirlo: “Tutto passa da Pirlo, veramente tutto. Sa giocare corto e lungo, e se non sai a chi darla la dai a lui, poi se corri sai già che ti darà la palla. Pirlo è fondamentale sempre e tanto più se fa tanto caldo, fai girare palla e sfianchi gli avversari come è successo agli inglesi”. Passa poi ai giovani della squadra: “Darmian? Lo conosco, è un ragazzo serio e per lui invece ha parlato il campionato appena finito, potrà dare la sana incoscienza che danno i giovani. Mentre per Balotelli a livello mediatico il Mondiale è decisivo. Spero abbia trovato anche la tranquillità interiore che gli serve e che possa essere protagonista pure sul campo, è partito alla grande e spero che possa mantenersi così, poi deve maturare e questa è l’età giusta, poi il Mondiale aiuta a diventare uomo e giocatore vero e quindi a consacrarsi”.
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