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SERGIO CRAGNOTTI: «La mia Lazio era uno squadrone, ma vinse poco perché il potere era al Nord»

L’ex Presidente biancoceleste si racconta tra passato e presente

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SERGIO CRAGNOTTI: «La mia Lazio era uno squadrone, ma vinse poco perché il potere era al Nord»

L’ex Presidente biancoceleste si racconta tra passato e presente

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Sergio Cragnotti resterà sempre nel cuore dei tifosi biancocelesti. Oltre a essere il patron più vincente della lunga storia della prima squadra della Capitale, è anche quello che ha lasciato il ricordo più indelebile nei Laziali. L’ex presidente della Lazio sarà il protagonista della puntata de “La Tribù del Calcio”, programma curato da Paolo Ziliani, che andrà in onda domani sera (alle 23.00) su Mediaset Premium.

«La mia Lazio era uno squadrone, ma vinse poco rispetto alla sue immense potenzialità, perché nel calcio, da sempre, il potere è in mano ai club del Nord. Insomma, trovo legittime le battaglie che oggi il presidente biancoceleste Lotito combatte per un calcio più equo: non sempre a me fu possibile ottenere quel che mi spettava». Poi Cragnotti si lascia andare nel racconto di aneddoti su acquisti portati a casa ed altri, invece, sfumati proprio all’ultimo: «Di Beppe Signori m’innamorai durante un Foggia-Lazioriporta calciomercato.com-, match che i pugliesi vinsero a mani basse. Fu un vero colpo di fulmine, a tal punto che nell’intervallo chiesi un breve incontro al presidente del Foggia Pasquale Casillo: in 30 minuti chiudemmo l’affare. Più travagliato fu invece l’acquisto di Alen Boksic. Mi trovai a cena con il proprietario del Marsiglia, Bernard Tapie, e ricordo che l’incontro andò avanti per tutta la notte: alla fine ci accordammo e portai a Roma un attaccante fortissimo dal punto di vista tecnico, ma fragilissimo sul piano caratteriale: a un certo punto fummo costretti a mettergli a disposizione uno psicologo col compito di assisterlo. Per l’acquisto di Ciro Ferrara era tutto fatto, mancavano solo le firme, ma tutto saltò perché all’ultimo momento il nostro allenatore Zeman insistette per cambiare obiettivo e alla fine acquistammo Chamot».

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