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Tifo violento e razzismo, quando è il laziale ad essere “ghettizzato”

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LAZIO TIFOSERIA RAZZISMO E VIOLENZA – “Due pesi e due misure, questo è razzismo contro la Lazio”. Arturo Diaconale – nell’editoriale all’indomani degli adesivi post-derby  nati stavolta dalla “goliardia” giallorossa – torna a parlare della vicenda Anna Frank. Per la versione firmata dai tifosi della Roma, però, nessuno che abbia dedicato seppur in minima parte il clamore riservato ai laziali. “Si va ad alimentare un pregiudizio nei confronti di una tifoseria”, ha ribadito indignato il responsabile della comunicazione; ma così non si rischia di gettare nel tritacarne medianico solo una frangia di tifo, appunto, quello della Nord?

CORI RAZZISTI – Cori, striscioni, buuu e banane. La varietà di insulti razzisti nel calcio italiano, dalla serie A ai Dilettanti, conta un numero incredibile di episodi. Da Muntari che offeso dal pubblico lasciava inferocito il campo a Cagliari, a Boateng che dopo una buccia di banana abbandona i compagni nell’amichevole (non così tanto amichevole) contro la Pro Patria, o ancora a Cagliari la rabbia di Eto’o. Dunque non solo gli ululati dell’Olimpico, ma un fenomeno che si diffonde a macchia d’olio di campionato in campionato, da Nord a Sud. Eppure quell’offesa di Lulic a Rudiger, chissà perché, fa più notizia…

VIOLENZA NEGLI STADI – In una classifica di una celebre rivista britannica, i laziali finirono tra le peggiori tifoserie del mondo, risultando persino più violenti delle ‘Barra Bravas’. Eppure, basterebbe sedersi sugli spalti degli stadi di tutt’Italia per fare un’incredibile scoperta: udite, udite, i violenti esistono ovunque. Solo per citare qualche spiacevole fatto di cronaca, senza allontanarci troppo, direttamente dall’altra sponda del Tevere: Roma-Manchester (2007) 7 feriti, Roma-Catania (2008) 3 accoltellati, Roma-Juventus (2002) 5 feriti, Roma-Liverpool  (2001) 7 accoltellati. E gli altri? Solo nel 2017 è successo, per esempio, a Napoli-Manchester City (4 tifosi aggrediti), Atalanta-Inter, Milan-Bestis (30 tifosi coinvolti), Roma-Chelsea.

I MEDIA E LA LAZIO – Senza dubbio la Lazio paga in termini di onorabilità (per tutti i tifosi onesti e corretti che abitano la Nord) e di vita, il contributo più caro: una delle vittime del tifo violento, Vincenzo Paparelli, più volte è stato irriso da turpi scritte sui muri e striscioni da stadio, anche a distanza di 30 anni dalla sua morte. Dopo che l’intero Paese si è mostrato giustamente indignato per il caso Anna Frank (politica, istituzioni, sport, media), il laziale può finalmente chiedersi, dopo lo stesso gesto compiuto da alcuni tifosi romanisti,  se esistano effettivamente “due pesi e due misure”. La tagliola che incombe sui mezzi di informazione è l’eventualità che essi stessi abbiano prodotto (involontariamente) un vero e proprio capro espiatorio. Per un atteggiamento che, però, nel mondo del tifo sportivo non è straordinarietà ma consuetudine.

Michela Santoboni

Larticolo 3 della Costituzione italiana vieta “ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta”.  

 

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