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FOCUS – Simone Inzaghi, niente dura per sempre tranne il ricordo

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SIMONE INZAGHI – Niente dura per sempre. Ciò che ogni laziale sperava di non veder mai è successo. Simone Inzaghi, dopo 22 anni con l’aquila sul petto, è pronto a lasciare la Lazio. Un addio? Non proprio. Il piacentino, che ha militato sia da calciatore che da allenatore con i colori biancocelesti, resterà legato a vita a questa maglia. Le dinamiche, il modo in cui tutto è successo sono inspiegabili, ma alla fine anche le più grandi storie d’amore giungono alla fine. Simone ha scelto l’Inter, ha scelto di fare un salto di qualità personale. Si è caricato di uno dei compiti più difficili della prossima stagione: sostituire Antonio Conte.

Simone Inzaghi, un addio diverso

“E un po’ mi fa ridere, se penso che ora ci sarà un altro che urlerà in panchina al posto tuo, ma ci dovrò convivere, maledetto cuore che ti sciogli ogni volta che ci viene dato addio”. Parafrasando i Pinguini Tattici Nucleari, questa è la serpeggiante sensazione che da qualche giorno assale ogni laziale. Un addio tanto inaspettato quanto duro quello di Simone Inzaghi, che riporta testa e cuore al passato, a quello di Alessandro Nesta, il più doloroso, piuttosto che alle lacrime di Hernanes, senza dimenticare la situazione paradossale creata attorno a De Vrij. Tutti, per una strana coincidenza, emigrati nella Milano calcistica. La speranza, al contrario dei sopracitati, è che l’allenatore piacentino non diventi “solo un tizio che se lo incontri in campionato gli fai un cenno di saluto e via”. D’altronde 22 anni non si possono dimenticare nel giro di ore, giorni e mesi. Simone Inzaghi per la Lazio e i suoi tifosi è stato “come Tiger, non mancava niente”.

Un ricordo è per sempre

Le gioie, le sofferenze, le urla a bordocampo mancheranno al popolo laziale. Sono queste stesse cose, però, che hanno permesso ad Inzaghi di crescere, di rivelare a sé stesso le proprie capacità. La propria dimensione, quella che lo sta portando tra le grandi firme del calcio europeo. Perciò Mister, ci auguriamo che tu possa dimostrare ancor di più quanto vali, chiedendoti solo una promessa: “Che un giorno quando sarai vecchio racconterai a qualcuno cosa siamo stati noi”. In bocca al lupo, Simone Inzaghi.

Francesca D’Amato e Daniele Izzo

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