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Lazio-Udinese 2-1: i friulani per portare in salvo la nave biancoceleste

C’ERA UNA VOLTA – I biancocelesti non attraversano un momento semplice, c’è da battere l’Udinese…

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C’ERA UNA VOLTA – L’ultima spiaggia. Quella che ha Pioli davanti a sè per far attraccare la nave, condurre i suoi uomini in porto e sfruttare la sosta per riparare ciò che si è rotto a bordo. Impresa non semplice quella del tecnico, che ha due partite per tenersi stretta l’imbarcazione, a patto che la ciurma sia ancora con lui. Il test con l’Udinese è la prova del nove, una sconfitta metterebbe tutti davanti alle proprie responsabilità. C’è già stato un precedente simile, caso del destino anche quella volta c’erano i bianconeri friulani.

La contestazione monta, i tifosi non sono soddisfatti. Eppure i crismi per una stagione da protagonista c’erano tutti: l’onda emotiva dei trionfi appena conquistati, l’ossatura della squadra era stata mantenuta, puntellando i reparti che necessitavano di essere rinforzati. C’è una sottile linea che lega passato e presente, quel girare in modo frenetico per tornare sempre nel punto in cui ci si era fermati. All’Olimpico arriva l’Udinese, serve una vittoria per uscire dalla crisi, anche se è Coppa Italia. La compagine romana si presenta in campo priva di giocatori importanti, alcuni bloccati in infermeria, altri tenuti prudentemente a riposo. Ritmi soporiferi, a svegliare i pochi spettatori presenti solo il gol annullato a Sosa e qualche spunto di Nedved. Il primo tempo finisce 0-0, fischi. La ripresa si apre peggio di come era finita la prima frazione: disattenzione della difesa laziale, Margiotta mette in rete. Una parte della tifoseria biancoceleste comincia a spazientirsi sul serio, serve l’aiuto dalla panchina. Inzaghi entra e mette in seria apprensione la retroguardia friulana, le reti che capovolgono il match però arrivano in coda, le firmano Stankovic e Nedved. La panchina di Eriksson è salva.

“Eriksson sarà l’allenatore della Lazio fino al termine del campionato” giurò Cragnotti all’epoca. Parole già sentite quest’anno da un altro presidente laziale. Lo svedese vinse con l’Udinese e salvò la panchina: stessa sorte potrebbe capitare a Pioli, tecnico accomunato già diverse volte all’allenatore più vincente della storia biancoceleste. Nel 2001 però, allo scattare del nuovo anno e con il panettone ancora sullo stomaco, Eriksson – dopo le pressioni della piazza e un contratto già firmato con la nazionale inglese – abbandonò la nave laziale. Ma questa è certamente un’altra storia…

Matteo Vana

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