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Tifosi dal “cuore matto”, più rischi infarto durante le partite: le cause e il consiglio degli esperti
TIFOSI INFARTO PARTITE CONSIGLIO – Il derby è una prova fisica non indifferente sia per i giocatori che per i tifosi. A dirlo stavolta è proprio la scienza: mentre guardano la loro squadra del cuore, i supporters più sfegatati sperimentano livelli di stress talmente alti da far aumentare il rischio di infarto. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Stress and Health, che ha testato la presenza di cortisolo, l’ormone dello stress, nella saliva dei tifosi durante tre partite dei Campionati del mondo Brasile 2014.
Partite e infarto, le cause
Ricerche precedenti avevano mostrato un aumento degli attacchi di cuore tra i tifosi durante le partite più importanti. Nel loro studio, i ricercatori dell‘Università di Oxford hanno monitorato i livelli di cortisolo: si tratta di un parametro particolarmente pericoloso, perché collegato a aumento della pressione arteriosa e affaticamento del cuore. Nessuna differenza nei livelli di stress tra uomini e donne: cancellato così il pregiudizio secondo il quale gli uomini siano più legati alle loro squadre di calcio.
Il caso dei tifosi del Cagliari e della Juventus
L’ultimo tragico caso, alla Sardegna Arena sul finale della partita tra Cagliari e Fiorentina: un tifoso 45enne, Daniele Atzori, ha avuto un malore ed è morto sugli spalti della Curva Sud da dove guardava la partita. Un attacco cardiaco che gli è stato fatale. Prima ancora, era succedo ad un commercialista 40enne, stroncato da un infarto mentre si trovava a Torino per assistere alla gara della Juventus. Il decesso è avvenuto a seguito della partita di Champions League contro l’Atletico Madrid. La felicità per la vittoria in hotel si è trasformata in tragedia nel giro di pochi minuti.
Il consiglio degli esperti
Una soluzione al problema? Gli stadi, dicono i ricercatori, dovrebbero abbassare le luci e suonare musica rilassante dopo le partite e i club potrebbero prendere in considerazione la possibilità di offrire screening cardiaci gratuiti ai tifosi. Il “cuore matto” può giocare brutti scherzi, anche perché lenire sofferenze o domare una gioia incontrollabile non è facile. Una fede, seppur semplicemente calcistica, rischia di diventare letale anche per chi crede sia solo un modo di dire. Morire per una passione: forse solo in questi casi una domanda può sorgere spontanea. Ne vale davvero la pena?
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