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Il PAGELLONE di Daniele Izzo: tutti i voti al 2023 biancoceleste

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Il pagellone del 2023 della Lazio

PAGELLONE LAZIO 2023 – Raccogliere la penna e tirare le somme non è mai semplice. Soprattutto in una materia aleatoria com’è il calcio. Che voto dare a un anno di alti e bassi, gioie e dolori. La velocità di crociera tenuta dalla Lazio è variata sensibilmente da una stagione all’altra, addirittura tra competizioni diverse. Il 2023 ha visto i capitolini assaltare con successo il secondo gradino della Serie A, centrare la qualificazione in Champions League e sbarcare in pompa magna tra le prime sedici squadra d’Europa. Al contrario, ha assistito all’addio di Sergej Milinkovic-Savic, al periodo nero di Ciro Immobile e alle difficoltà di una squadra rivoluzionata e incapace di stare alle idee di Maurizio Sarri.

Lazio, il pagellone di un discontinuo 2023

Più che a un’altalena emozionale, l’anno solare della Lazio somiglia a una montagna russa. All’adrenalina di una discesa è sempre seguita una salita irta. L’ombra ha assaltato la luce. E di settimana in settimana il destino pallonaro ha riservato ai tifosi biancocelesti incredibili colpi di scena. Sono arrivate vittorie entusiasmanti, incredibili sconfitte, gioie irrefrenabili e delusioni cocenti. Una discontinuità che impedisce a tutti, calciatori e allenatore, di toccare le votazioni più alte.

L’8 in pagella lo prende solo Provedel

La prima votazione utile è l’8. Un bel distinto, come si soleva dire una volta. A meritarlo il solo Ivan Provedel. L’ex Spezia non solo ha stabilito il record di clean sheet nella storia biancoceleste. Ma è stato votato anche come miglior portiere della Serie A. E ha segnato uno storico gol in Champions League. Traguardi e titoli onorati fino alle ultime parate dell’anno.

Provedel segna contro l'Atletico Madrid
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I 7 e 7,5 fioccano copiosi

Dietro il numero uno friulano stazionano in molti. Impossibile non premiare con un 7,5 i dioscuri del centrocampo: Sergej Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Divisi dal mercato, il serbo e lo spagnolo si sono passati il testimone. Prima insieme, poi divisi hanno fatto le fortune della Lazio. Stesso discorso per Mattia Zaccagni. L’arciere, nonostante un calo evidente nella seconda parte d’anno, ha conquistato lo status di calciatore di livello internazionale arrivando a conquistare l’azzurro Italia.

Merita un 7 Alessio Romagnoli. Sarri gli ha affidato la valigetta con i codici, lui l’ha conservata gelosamente innalzando il livello complessivo della squadra. Quanto, con caratteristiche diverse, sta provando a fare Matteo Guendouzi. La pagella del francese è sulla fiducia. L’inizio d’avventura è stato positivo. Ma ora arriverà il difficile: confermarsi.

La truppa del 6 e 6,5

In tre compongono la squadra del 6,5. A guidarla c’è Felipe Anderson. Il brasiliano ha sommato alti e bassi come nessuno. La perfetta cartina tornasole dell’anno biancoceleste. Fianco a fianco con il sette ci sono Patric e Matias Vecino.

La truppa del 6, invece, è nutrita. E zeppa di nomi illustri. C’è Ciro Immobile. Il capitano che ha vissuto un anno difficile costellato di infortuni, critiche e periodi di appannamento. Ma ci sono anche Manuel Lazzari, rinato negli ultimi sei mesi, i metronomi Nicolò Rovella e Danilo Cataldi, Il giovane Gustav Isaksen e il veterano Pedro, Valentin Castellanos e Mario Gila. Il difensore spagnolo fino a un mese fa non era classificabile, da senza voto. Non aveva dato nulla. Tuttavia, negli ultimi trenta giorni ha dimostrato margini di crescita importanti, conquistando la fiducia di Sarri.

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Gli insufficienti: chi non ha convinto nell’anno biancoceleste

Dietro la lavagna finiscono in tanti. Sebbene non con voti irrimediabili. Il 2023 di Nicolò Casale è da 5,5. Discorso uguale per i tre terzini, Adam Marusic, Elseid Hysaj e Luca Pellegrini, e per Luka Romero. Peggio di loro hanno fatto Matteo Cancellieri, troppo acerbo per incidere nel mondo Lazio, Toma Basic e Marcos Antonio ai quali spetta un 5.

I peggiori del 2023

Va a due degli ultimi acquisti, infine, il voto più basso: 4,5. Uno di loro, Luis Maximiano, non avrà modo di recuperarlo. Emigrato in Spagna in estate, il portiere ha lasciato tutta l’eredità nelle mani di Provedel e Sepe. L’altro, Daichi Kamada, potrà dimostrare il suo valore. Nelle ultime partite qualcosa si è visto. Ma è ancora troppo poco per collimare con le aspettative che si avevano al suo arrivo.

Il voto a Maurizio Sarri

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Dulcis in fundo, tocca a Maurizio Sarri. Per valutare l’allenatore della Lazio bisogna rifarsi alle parole di Jack Swigert. Lo storico astronauta della Apollo 13 contattò Houston e recitò la famosa frase: “Abbiamo un problema”. Di problemi la squadra capitolina ne ha tanti. L’addio di Milinkovic ha lasciato un vuoto. I nuovi volti ancora non hanno mostrato quanto valgono. E un calciatore che ha segnato un’era come Ciro Immobile appare in calante. D’altro canto, il tecnico toscano ha portato la truppa al secondo posto e tra le migliori sedici squadre d’Europa. Traguardi che non si possono dimenticare in sede di pagella. Il suo voto è 7.

Daniele Izzo

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