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RASSEGNA STAMPA

Da Ronaldinho all’Europa. CAVANDA riprova a volare

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CORRIERE DELLO SPORT- Nel 2010 fermò il brasiliano: ha fatto colpo su vari tecnici, non ha mai avuto continuità nella Lazio. Sogna di consacrarsi una volta per tutte

(getty images)

 

RASSEGNA STAMPA (Daniele Rindone) – «Hai paura?», gli disse un giorno Reja. Era un mercoledì mattina, era il 22 settembre 2010, in serata la Lazio avrebbe sfidato il Milan all’Olimpico, nel pregara debuttò l’aquila Olympia. Serviva un uomo a destra, il pericolo si chiamava Ronaldinho. «Mister, ho due gambe anch’io» rispose Luis Cavanda, senza timore. Edy gli comunicò che avrebbe giocato dal primo minuto, fu promosso, lui non s’impaurì. Lo mise in marcatura su Dinho: «Era l’ideale, ha la stessa reattività, non abbocca alle finte», spiegò in seguito il tecnico friulano. Cavanda giocò, sfidò il campione brasiliano, si portò a casa la sua maglia, quella notte è rimasta scolpita nei suoi ricordi. Nacque una stella a intermittenza, un’aquila che nel corso della carriera (seppur giovane) ha alternato decolli repentini e atterraggi bruschi. Luis Pedro è stato capace di arginare Ronaldinho, di conquistare la stima di vari allenatori nei ritiri precampionato, ma non ha mai strappato fiducia illimitata. Non ha mai trovato continuità.

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