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ACCADDE OGGI. Jugovic gela il Vicente Calderon. Atletico al tappeto

ACCADDE OGGI – Torna la rubrica di Lazionews.eu in cui vi raccontiamo giorno per giorno gli eventi della storia biancoceleste e non solo…

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LAZIO – 31 marzo 1998. Andata delle semifinali di Coppa UEFA. Madrid. Spagna. L’Atletico, guidato da Antic, in un Estadio Vicente Calderon sold-out, ripone in questa partita tutti le proprie speranze di alzare, a maggio, un trofeo al cielo. La Lazio di Eriksson, dal canto suo, si presenta in una condizione psico-fisica stratosferica, forte di ventitré risultati utili consecutivi. La tattica scelta dal tecnico svedese è chiara: solidità difensiva, densità a centrocampo, rapidi contropiedi sulle fasce. E funziona a meraviglia. L’Atletico, trascinato da un pubblico indemoniato, la prima mezz’ora è una furia, ma la Lazio non sbanda, anzi: al 33’, infatti, dopo aver sfiorato il vantaggio col sodalizio Nedved-Fuser in avvio, buca la porta di Molina grazie a Jugovic, innescato da un colpo di tacco di Boksic, di quelli da manuale del calcio. La veemente risposta spagnola si traduce in un assolo Vieri (ancora, per poco, in maglia biancorossa)-Marchegiani, col portiere anconetano in serata di grazia: Bobo le prova tutte, di destro, di sinistro, di testa, da dentro e fuori area. Non si passa. Nel secondo tempo la Lazio amministra ch’è una bellezza, eccezion fatta per qualche occasione madrilena col solito ex bomber della nostra Nazionale, ma, come detto, non è serata. I biancocelesti ipotecano la finale europea e gettano mezza capitale spagnola nello sconforto più totale.

STORIA – 31 marzo 1889. Dopo l’inaugurazione su un isolotto della baia di New York, nel 1886, della Statua della Libertà, realizzata dall’architetto Gustave Eiffel, allo stesso viene commissionata, per l’Expo di Parigi, la realizzazione di un’altra imponente opera, capace di rappresentare nel mondo il progresso economico e tecnologico francese: nasce così la Tour Eiffel, inizialmente destinata a vita breve, ma che diverrà ben presto l’elemento cardine dello “skyline” parigino e del “grandeur” transalpino. Oggi, è il “monumento a pagamento” più visitato del mondo.

SPORT – 31 marzo 1876. Nasceva a Roma (in via Arco dei Ginnasi) Giulio Lefevre, pioniere e socio fondatore della Lazio, deceduto, sempre nella Capitale, il 27 aprile 1953. Soldato di leva di prima categoria, caporale, sergente, nonché allievo ufficiale nel decimo Reggimento Bersaglieri, quindi capitano e sottotenente di completamento dell’esercito nell’arma di fanteria al Deposito Bersaglieri, verrà lasciato poi in congedo permanente per deficienza toracica nel 1898, divenendo allora un brillante agronomo, oltre che, in quanto geometra capo del catasto, uno dei tecnici inviati ad Udine nel 1918 per valutare i danni della guerra. Decorato sul campo di una medaglia d’argento commutata in una doppia di bronzo, dopo il conflitto mondiale si dedicò al recupero dei cimeli lasciati dalle milizie sui campi di battaglia, oggi custoditi nel Museo dei Bersaglieri di Porta Pia. Tornando al calcio, giocò la prima gara ufficiale della storia della Lazio l’11 marzo del 1900.

Giordano Grassi

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