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Nesta: “Gascoigne è stato fortissimo. Mio figlio è del Chelsea ma…”

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ALESSANDRO NESTA – L’ex Lazio Milan, campione del mondo nel 2006 e uno dei migliori difensori degli ultimi 20 anni, ha rilasciato una lunga intervista su Twitch sul canale di Calciatori Brutti. Stiamo parlando di Alessandro Nesta, attualmente allenatore senza squadra dopo l’esperienza conclusa al Frosinone.

A Miami

“Ho comprato casa nel 2002. Maldini mi ha detto di comprarla, e l’ho comprata anche io. Ho finito con il Canada, sto lì. E’ nata anche una delle due mie figlie, quindi è americana”.

Che squadra tifa mio figlio?

“Mio figlio di 13 anni tifa Chelsea. Troppo facile. Gli ho detto che deve tifare Lazio o Milan. Proverò a fargli cambiare idea (ride, ndr)”.

Gascoigne

“E’ un grande giocatore e un grande personaggio. Come calciatore è un fenomeno. Con la vita che ha fatto è stato fortissimo. Ha fatto quello che ha fatto, con lui era uno scherzo con lui. Io ho un aneddoto. Ho spaccato tibia e perone a Gascoigne, sono dovuto rifugiarmi a Civitavecchia. Ho detto ‘adesso m’ammazza’, invece mi ha regalato due canne da pesca (ride, ndr). E’ una grande persona, però non ho imparato a pescare. L’infortunio? C’era la gabbia. La palla era sempre in gioco, c’era una palla vagante. Ero buono, educato, ma si davano legnate. Io arrivai in corso, andai duro, e ho visto che la gamba non era al suo posto. Però poi è andata bene, soprattutto a lui. Adesso è uscito dall’isola dei famosi. E’ molto generoso”.

Su Totti

“Da quando avevano 8 anni che giocavamo contro. Anzi, ancora prima. Lui già al Lodigiani era fortissimo, io invece un portatore d’acqua. Uno che faceva la legna, per lui era più facile portare a casa la pagnotta. E’ un ragazzo divertente, fantastico. A Roma non potevamo uscire. Io capitano della Lazio, lui della Roma: non potevamo andare a cena fuori. C’è sempre stata grande amicizia, volevo portarlo a Miami. Il presidente del Miami lo voleva, dissi a Francesco: ‘Che famo?’. Forte, grande personaggio”.

Fratelli Inzaghi

“Ho giocato con entrambi e contro. Sono calciatori e persone diverse, però sono entrambi malati di calcio. Più Pippo che Simone. Anche da calciatore studiava tutti i difensori, Simone era un po’ più distaccato anche se da allenatore sta volando in alto”.

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